Semaforo verde per i reattori in Ungheria: ribadita a New York la collaborazione con Rosatom
New York – In agosto 2022 l’Autorità ungherese di regolamentazione dell’energia e dei servizi di pubblica utilità (MEKH) ha confermato che la costruzione di due reattori nucleari ad opera dell’agenzia statale russa per il nucleare, Rosatom, per un valore di 12,5 miliardi di euro, avrebbe avuto inizio a breve con l’intento di entrare in funzione nel 2030. Peraltro, la realizzazione sarebbe finanziata all’80% con un prestito russo.
La centrale di Paks, a circa 100 chilometri da Budapest, che peraltro è l’unica in Ungheria, fornisce al Paese il 40% del fabbisogno energetico e verrà quindi potenziata con altri due reattori che raddoppieranno la produzione.
E di nucleare si è parlato anche a New York, all’assemblea generale dell’ONU, dove il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, parlando con la stampa russa a margine dell’assemblea generale Onu, ha accusato l’UE di ostacolare la cooperazione con Rosatom per la centrale nucleare di Paks, contravvenendo agli accordi che escludevano la cooperazione in campo energetico dalle sanzioni europee contro Mosca.
“Quando l’Unione Europea ha approvato il primo pacchetto di sanzioni, è stato scritto nel regolamento che l’uso pacifico dell’energia nucleare non è influenzato dal regime sanzionatorio. Quindi c’è un regolamento europeo che sancisce che l’energia nucleare non è sottoposta a regime sanzionatorio e noi lo rispettiamo.
In tema di sanzioni alla Russia, Szijjarto ha dichiarato che: “Alcune istituzioni europee, e alcune banche hanno esagerato nell’imporre limitazioni e ostacoli al progetto di Rosatom perchè l’eccesso di sanzioni è un attacco alla nostra sovranità nazionale, perchè per noi aumentare la capacità nucleare è una questione di sovranità”.
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