Lamorgese: “Devo dire che la percentuale che si ricava è quella del 63,81% degli elettori, circa il 9% in meno rispetto alle precedenti elezioni politiche quando avemmo a conclusione il 72,9% di elettori”
Quando mancano all’appello appena una manciata di Comuni, il dato dell’affluenza è comunque inesorabile. A votare per eleggere il nuovo Parlamento è andato solo il 63,74% degli italiani aventi diritto. In occasione delle elezioni politiche del 2018, alla stessa ora, la percentuale era stata del 73,04%.
Il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, arrivata nella sala stampa del Viminale per commentare con i giornalisti presenti i dati dell’affluenza, ha dichiarato: “Abbiamo un’affluenza quasi definitiva, perché mancano un centinaio di Comuni. Milano sta per concludere, sono rimaste poche sezioni. E devo dire che la percentuale che si ricava è quella del 63,81% degli elettori, circa il 9% in meno rispetto alle precedenti elezioni politiche quando avemmo a conclusione il 72,9% di elettori”.
Un 63,81% che nulla a che vedere con quel 92,23% di coloro che andarono al voto nel 1948 per esprimere la loro preferenza alle urne. Da lì, dopo anni di sostanziale omogeneità nei dati dell’affluenza, anzi con qualche numero in più nelle votazioni successive – con il 93,84% del 1953 – nel 1979 è iniziato il lento ma pressoché costante declino.
Tra le regioni con l’affluenza più alta spiccano la Lombardia (70,33% contro il 77,51 del 2018), seguita dalla Toscana (69,73% contro il 77,29%) e l’Emilia Romagna (71,94%% contro il 78,58% di quattro anni fa).Tra quelle con l’affluenza più bassa ci sono la Calabria (50,76% rispetto al 63,57% del 2018), la Sardegna (53,16% rispetto al 65,76%), la Campania (al 53,31%), il Molise (56,53% rispetto al 71,31%) e Basilicata (al 58,77% contro il 71,11) della scorsa tornata).
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