L’indagine ha preso il via dopo il sequestro a Rapallo di 38 kg di marijuana occultati all’interno del bagagliaio di un’autovettura
Genova – Alle prime luci dell’alba di oggi i militari della Compagnia di Santa Margherita Ligure, supportati da personale dei comandi Arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a tre misure cautelari emesse dalla Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Animafia nei confronti di altrettanti soggetti (di cui 2 italiani e 1 di origine albanese) ritenuti, a vario titolo, responsabili di “Associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale, detenzione e vendita di stupefacenti”.
Gli arresti di oggi, di cui due in provincia di Roma e uno a Melfi (PZ), rientrano nell’alveo di una più vasta e articolata attività investigativa, avviata a ottobre 2016 a seguito del recupero a Rapallo di 38 kg di marijuana occultati all’interno del bagagliaio di un’autovettura. Le indagini che allora ne scaturirono hanno poi condotto all’individuazione di un più vasto e articolato traffico di sostanze stupefacenti di portata internazionale (dall’Albania alle coste italiane, fino alla successiva distribuzione in Francia e in Germania), culminata – lo scorso marzo 2021 – con l’emissione di n.20 ordinanze di custodia cautelare (di cui 12 in carcere), eseguite nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Ottobre Rosso”.
Le indagini hanno consentito agli inquirenti di delineare progressivamente i contorni di una ramificata organizzazione di origine albanese coinvolta sia nel traffico di “marijuana”, della quale curava direttamente la produzione nei territori di origine, sia nella commercializzazione di “cocaina”, reperita sul mercato romano grazie all’intermediazione di connazionali.
Di strategica importanza il ruolo rivestito, nel citato sodalizio, da due dei tre soggetti destinatari delle odierne misure; in particolare uno degli affiliati itialiani (giovane quarantenne originario della provincia di Foggia attualmente detenuto presso il carcere di Melfi) aveva il compito di predisporre e organizzare le operazioni di ricezione dei carichi di marijuana, provenienti via mare dall’Albania e dal Montenegro, individuando all’occorrenza – lungo diversi punti delle coste Pugliesi e Abruzzesi – i magazzini ove stoccare e occultare lo stupefacente, in attesa dei successivi trasferimenti.
Altrettanto fondamentale, nell’organizzazione della filiera criminale, era il ruolo ricoperto da un trentenne albanese e attualmente in regime domiciliare presso l’abitazione di Roma, impegnato nel gestire la coltivazione dello stupefacente in Albania, la sua successiva importazione in Italia tramite l’utilizzo di motoscafi oceanici, fino alla pianificazione della sua distribuzione nel territorio della Capitale.
L’operazione “Ottobre Rosso”, in sintesi, oltre ad infliggere un duro colpo all’intera organizzazione albanese, con lo smantellamento dell’intero vertice, ha messo in evidenza l’esistenza di consolidati ed efficienti rapporti di cooperazione tra sodalizi nazionali e stranieri coinvolti, a vario titolo, nel traffico internazionale di grosse partite di stupefacenti.
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