Lorenzo Fontana è il nuovo Presidente della Camera dei Deputati

Lo striscione comparso sui banchi dell’opposizione: “No a un presidente omofobo pro Putin”

Roma – Il deputato della Lega Lorenzo Fontana è stato eletto presidente della Camera. Lo ha proclamato il presidente provvisorio dell’Assemblea di Montecitorio, Ettore Rosato, dopo aver letto il risultato dello scrutinio della quarta votazione.
Fontana ha ricevuto 222 voti. Il presidente Rosato va a comunicare a Fontana, in quel momento fuori dall’aula, il risultato della votazione.
I votanti sono stati 392, la maggioranza richiesta 197. Oltre a Fontana sono stati votati: Guerra (77 voti), De Raho (52) e Richetti (22). Le schede disperse sono state 2, le bianche 6, le nulle 11.

Uno striscione con la scritta “No a un presidente omofobo pro Putin”, è stato esposto alla Camera da alcuni deputati fra cui il dem Alessandro Zan all’inizio della seduta di oggi. Sono intervenuti i commessi richiamati dal presidente dell’Aula, Rosato, per farlo rimuovere.

Salvini: “Lo striscione se lo potevano risparmiare”

Lo striscione contro Fontana “se lo potevano risparmiare”, essere “cattolico non è un disvalore”, e Fontana “è per l’Italia non pro Putin”. Mentre Calenda, leader del Terzo Polo, ha commentato l’elezione di Fontana definendolo “una persona che in una democrazia liberale non dovrebbe presiedere un’assemblea parlamentare”.

Cosa succederà dopo l’elezione dei Presidenti

Eletti Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana Presidenti delle Camere, si attende solo l’elezione dei capigruppo parlamentari prevista per lunedì e martedì e, molto probabilmente a metà della prossima settimana, il Presidente della Repubblica potrà convocare le consultazioni per la indicazione del nuovo presidente del Consiglio e la formazione del governo.

Ma ecco tutti i passaggi istituzionali e di prassi comunque necessari per trasformare le percentuali di voto in un governo in carica

Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato, il Presidente della Repubblica di prassi convoca le consultazioni. La data potrebbe essere  il 20 ottobre, giorno che tutti indicano come il più probabile per l’apertura delle porte dello studio alla Vetrata, luogo nel quale Sergio Mattarella riceve le delegazioni dei partiti.

Sempre per prassi salgono al Quirinale gli ex presidenti della Repubblica (in questo caso ci potrebbe essere una telefonata con il presidente emerito Giorgio Napolitano), i due Presidenti appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento. Solitamente vengono sentiti i capigruppo a cui normalmente si uniscono i leader dei partiti. Le coalizioni possono presentarsi in un’unica delegazione o divisi per partito. Vista la nettezza del risultato delle elezioni e visto il numero esiguo di gruppi parlamentari, in questa occasione le consultazioni potrebbero durare un giorno e mezzo al massimo.
Dunque tra il 21 sera e il 22 Giorgia Meloni potrebbe ricevere l’incarico di formare il governo. Sempre in quelle ore Mario Draghi, premier in carica per gli affari correnti, dovrebbe atterrare a Roma di ritorno dal suo ultimo Consiglio europeo a Bruxelles.

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