È scontro aperto fra maggioranza e opposizione sulle scelte del centrodestra per le presidenze di Camera e Senato

Letta: “Logica perversa”. Meloni: “Spero che il senso di responsabilità della politica prevalga sull’odio ideologico”

Roma – È scontro aperto fra maggioranza e opposizione sulle scelte del centrodestra per le presidenze di Camera e Senato.
Ieri, il segretario del Pd aveva parlato senza mezzi termini di “sfregio che l’Italia non merita”, commentando l’elezione di Lorenzo Fontana allo scranno più alto di Montecitorio. E oggi Enrico Letta torna sull’argomento sottolineando che le scelte fatte rappresentano dei messaggi allarmanti anche per il resto dell’Europa. Letta lo spiega da Berlino, dove partecipa al congresso del Partito Socialista Europeo, un appuntamento incentrato tutto sui temi dell’Europa e sul ruolo dei socialisti e democratici europei.
Per il leader dem è “una logica perversa” quella che ha portato alla scelta di La Russa e Fontana, “che va contro l’interesse del Paese”. Nessuna possibilità, dunque, di aprire un canale di comunicazione tra maggioranza e opposizione.

Giorgia Meloni, pur senza citare esplicitamente il Pd, critica “diversi esponenti politici” che “hanno deciso di rendere” Ignazio La Russa “un bersaglio, come persona e per le sue idee, rinfocolando un clima d’odio, già ben alimentato durante una campagna elettorale costruita sulla demonizzazione dell’avversario politico. E così”, sottolinea, “accade che in una sede di Fratelli d’Italia compaia una scritta contro di lui, firmata con la stella a 5 punte, chiaro riferimento ad anni drammatici che non vogliamo rivivere”.
Poi, la presidente del consiglio in pectore assicura che “il nostro impegno sarà per unire la Nazione, non per dividerla come sta tentando di fare qualcuno. Spero che il senso di responsabilità della politica prevalga sull’odio ideologico, perché l’Italia e gli italiani devono tornare a correre, insieme”.

Rassicurazioni che non convincono i dem. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, osserva che “la Meloni ha detto che sono impegnati ad unire il Paese e non a dividerlo. E hanno eletto La Russa e Fontana. E se volevano dividerlo che facevano?”. Rincara la dose Emanuele Fiano: “Giorgia Meloni dice che il suo impegno è unire il Paese ma inizia nel modo più divisivo possibile”. Ma a destare preoccupazione fra i dem sono anche i focolai di scontro interno alla maggioranza che, come sottolinea il segretario dem, non e’ in grado di dare “un governo al Paese”.

Il riferimento è al botta e risposta fra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, con quel “non sono ricattabile” scandito da Meloni a favor di telecamere. E se per Letta c’è bisogno di un governo che risponda alle emergenze del Paese, a partire dal caro bollette, e non di un esecutivo impegnato in uno scontro interno, per Carlo Calenda si tratta di “un governo che parte zoppo” e che “al primo scoglio rischia di cadere”.
Sul punto si sofferma anche l’ex presidente della Camera, Roberto Fico: “Nel battibecco e nella diatriba non mi interessa entrare, spero che gli italiani possano avere presto provvedimenti importanti in un momento complicato, l’importante è che il Parlamento inizi subito a lavorare per affrontare le emergenze a partire da caro bollette”.

La risposta alle opposizioni arriva da Matteo Salvini: “La sinistra non si rassegna e attacca con violenza la seconda e la terza carica dello Stato, appena democraticamente elette”, scrive il leader del Carroccio su Twitter assicurando che “la Lega e il centrodestra risponderanno col sorriso e col lavoro a questi violenti attacchi, e sono sicuro che anche fra Giorgia e Silvio tornerà quell’armonia che sarà fondamentale per governare, bene e insieme, per i prossimi cinque anni”.

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