“Come è stato possibile che un processo di integrazione nato come Comunità del carbone e dell’acciaio nel 1950 si ritrovi, a distanza di più di 70 anni, a non avere soluzioni efficaci proprio in tema di approvvigionamento energetico e di materie prime?”
Roma – Giorgia Meloni, oggi, all’avvio della due giorni parlamentare sulla fiducia, ha svelato il manifesto del nuovo governo e citato pure le origini del processo di integrazione comunitaria, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) nata nell’aprile del 1951 con il trattato di Parigi, per affermare che recentemente l’Europa “non sempre si è fatta trovare pronta” rispetto alle grandi sfide del presente.
“Come è stato possibile che un processo di integrazione nato come comunità del carbone e dell’acciaio nel 1950 si ritrovi a distanza di più di 70 anni – e dopo aver esteso a dismisura le materie di propria competenza – a non avere soluzioni efficaci proprio in tema di approvvigionamento energetico e di materie prime?”, ha domandato la premier parlando nell’aula di Montecitorio.
Sei anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, sei dei Paesi più coinvolti dal conflitto – e cioè Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi -, avviarono un meccanismo di libera circolazione del carbone e dell’acciaio per garantire l’accesso alle fonti di produzione. Era l’Europa della ricostruzione postbellica, sostenuta da investimenti di entità mai vista provenienti dagli Stati Uniti, nell’ambito del periodo di maggiore tensione internazionale bipolare con l’avvio della Guerra fredda e il conflitto in Corea.
La Ceca è stata il primo embrione delle istituzioni comunitarie, la prima prova di cooperazione economica tra Paesi che fino a pochi anni prima si erano trovati contrapposti nel conflitto mondiale, seguita nel 1957 dal Trattato di Roma che ha istituito la Comunità economica europea (Cee).
Tra gli elementi importanti della Ceca ci fu l’istituzione di un’Alta Autorità con il compito di vigilare sul mercato, monitorare il rispetto delle regole della concorrenza, garantire la trasparenza dei prezzi. Come stabilito dall’articolo 2 del trattato, l’obiettivo della Ceca era contribuire, attraverso il mercato comune del carbone e dell’acciaio, all’espansione economica, all’incremento dell’occupazione e al miglioramento del tenore di vita.
Meloni nel suo discorso ha sottolineato anche che le grandi sfide che attendono l’Ue dovrebbero guardare al rispetto del suo motto, “Uniti nella diversità”, scelto nel 2000 tra varie proposte inviate al sito web “www.devise-europe.org” da studenti di tutti i Paesi membri e quindi accettato dalla Presidente del Parlamento europeo di allora, Nicole Fontaine.
La premier ha poi ricordato che “è questa la grande peculiarità europea: nazioni con storie millenarie, capaci di unirsi, portando ciascuna la propria identità come valore aggiunto. Chi si pone degli interrogativi” sull’Europa “non è un nemico o un eretico ma un pragmatico che non teme di dire se qualcosa può funzionare meglio. Serve un’integrazione più efficace per affrontare le grandi sfide”, ha continuato il nuovo Capo del governo per poi ringraziare “i tanti (leader internazionali, ndr) che mi hanno augurato buon lavoro. Non mi sfugge la curiosità per la postura che avrà l’Italia nell’Europa, dentro le istituzioni, perché quello è il luogo in cui farà sentire forte la sua voce”.
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