Milano, sullo stadio di San Siro la giunta Sala perde i pezzi

Vittorio Sgarbi si schiera contro l’abbattimento del Meazza in quanto impianto storico

Milano – Sul nuovo progetto dello Stadio di San Siro, voluto dalle squadre milanesi Inter e Milan, la giunta Sala perde i pezzi. Ieri otto consiglieri di maggioranza hanno indetto una conferenza stampa per annunciare che non voteranno a favore alla fine del dibattito pubblico. Le motivazioni le hanno già espresse e risiedono soprattutto nel fatto che ritengono l’opera sia una mera speculazione finanziaria, una colata di cemento con una spruzzata di verde su soletta, dall’impatto ambientale insostenibile (si calcola che il solo abbattimento del Meazza produca emissioni in grado di annullare dieci anni di politiche antismog in città). Inoltre gli otto criticano la conduzione del dibattito pubblico, che è tutto fuor che pubblico, visto che non si sono messe in campo azioni per coinvolgere la cittadinanza.

Il numero dei consiglieri dissidenti (tre dei verdi, tre del Pd e due della lista Sala) pone un serio problema politico al sindaco che ora, se vuole far passare l’opera, necessita dei voti dell’opposizione.

Intanto, da Roma, il neo sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, si schiera contro l’abbattimento del Meazza in quanto impianto storico, edificato nel 1926: “Il Meazza non si tocca. E non lo dico io, ma la legge… sarebbe come buttare giù l’Eur a Roma – ha dichiarato- è naturalmente vincolato perché il vincolo sarebbe automatico oltre i 70 anni … Se dovesse servire, lo metterò. Ma non occorre un vincolo, semmai servirebbe una decisione del ministero per dire “abbattetelo” e dal ministero non arriverà mai”.

 

Giornalista per passione, mi occupo soprattutto di mafie e di temi sociali. Ho collaborato con PeaceReporter, RadioPopolare, Narcomafie, Nuova Società e ilfattoquotidiano.it.
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