Missili caduti in Polonia, licenziato il giornalista che aveva attribuito l’attacco alla Russia

La notizia dei missili caduti in Polonia che la settimana scorsa ha tenuto col fiato sospeso milioni di persone per molte ore, nel timore di un’irreversibile escalation della guerra in Ucraina è costata il posto di lavoro al giornalista che per primo aveva attribuito l’attacco alla Russia, allarmando così i governi di mezzo mondo.

All’apparenza uno scoop dalla portata enorme, realizzato grazie ad una fonte anonima dell’intelligence Usa, in realtà un errore che ha costretto la Associated Press ad una smentita.

Tutto è cominciato il 15 novembre,  verso le 20 ora italiane,  quando il reporter James LaPorta scrive che “un alto funzionario dell’intelligence Usa ha fatto sapere che missili russi sono caduti in Polonia, in territorio Nato, e hanno ucciso due persone”. Notizia clamorosa che, in pochi minuti, arriva a migliaia di siti, tv, giornali e, naturalmente, scatena sui social milioni di esperti in tattiche militari, geopolitica, spionaggio, che si scannano per ore dai salotti di casa.

Biden smentisce

Ma visto che quella tra Ucraina e Russia è una guerra vera, e il rischio nucleare è tutt’altro che remoto, dopo poche ore comincia a trapelare che probabilmente si tratta di un solo missile e soprattutto non russo bensì ucraino, che la contraerea di Kiev ha lanciato in risposta agli attacchi di Mosca. Nella prima conferenza stampa da Bali dopo la diffusione della notizia, il presidente americano Joe Biden conferma che “le prime indicazioni” smentiscono si tratti di un razzo della Russia. Poi è la volta di Varsavia che diffonde i primi risultati della sua indagine, quindi del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, secondo il quale l’esplosione a Przewodow è stata molto probabilmente causata da un missile di difesa aerea ucraino.

La storia di LaPorta resta sul sito dell’Associated Press per altre 24 ore. Soltanto il giorno dopo viene sostituita da una versione modificata, rivista e corretta nella quale si sottolinea che la “fonte” consultata “ha commesso un errore”. Si precisa inoltre che “il missile era soltanto di fabbricazione russa” ed era stato “molto probabilmente lanciato dall’Ucraina per difendersi da un attacco russo”.

AP non commenta il licenziamento

Sul licenziamento di LaPorta AP non ha dato spiegazioni. Di certo una notizia importante come quella di un missile russo che cade in Polonia non viene pubblicata, negli  Stati Uniti, senza che venga approvata da una catena di comando che dopo aver ricevuto la notizia, la valuta, verifica le fonti e da l’ok per la diffusione.  L’Associated ha controlli rigorosi sulle notizie proprio per evitare che un reporter un po’ frettoloso e magari interessato a fare lo “scoop” proponga notizie addomesticate. Nel caso la fonte della notizia sia una ma autorevole, il processo di pubblicazione si velocizza, e sembra proprio questo il caso.
Se fosse un film, potremmo scrivere nella sceneggiatura che un paio di pazzi avevano la necessità di far paura al mondo e che LaPorta aveva piacere di trasferirsi a Malibù con la famiglia. Ma non è un film e forse le cose sono andate come dice AP.

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta