Christopher Hill, ambasciatore Usa in Serbia: “La questione va rinviata di un anno”
Bruxelles – Albin Kurti non raccoglie il parere positivo di tutti gli analisti e men che meno dell’opposizione in Kosovo. La questione delle targhe e l’intransigenza del premier kosovaro, secondo alcuni media, gioverebbe al serbo Vučić che recita, in questa querelle, la parte del leader disponibile e ragionevole.
E su Nova News, fonte autorevole si legge che : “L’analista politico Artan Muhaxhiri ha dichiarato che Kurti “non può vincere politicamente” se ha gli Stati Uniti e l’Unione europea come oppositori politici. Xhavit Haliti, deputato del Partito democratico del Kosovo (Pdk), ha dichiarato che il governo deve rispettare le proposte e le richieste dei partner occidentali”.
Insomma, questo braccio di ferro tra Kurti e Vučić sembrerebbe avvantaggiare il serbo, perchè all’Europa, già resa instabile dalla guerra tra Ucraina e Russia, un’altra regione poco controllabile per via di disordini interetnici proprio non serve. Ma se Kurti da una parte ha dato una svolta sia economica e di credibilità al Kosovo, dall’altra rischia di vanificare tanti anni di avvicinamento all’unione europea per una questione più di principio che sostanziale.
Le multe per chi non cambia le targhe
Nei giorni scorsi l’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell, aveva convocato una riunione di emergenza con i due leader per scongiurare una nuova escalation nella crisi. La riunione, che si è svolta lunedì scorso, si è conclusa con un nulla di fatto. Sotto pressione di Washington, Pristina ha poi rinviato di 48 ore la decisione di multare i cittadini che non sono in regola con l’obbligo di reimmatricolazione delle auto con targa serba, in vigore dal primo novembre. Stando alle ultime direttive di Pristina, le multe dovrebbero scattare da domani.
Rinviare la questione delle targhe di un anno
Per l’ambasciatore americano in Serbia Christopher Hill, la questione delle targhe automobilistiche in Kosovo andrebbe rinviata di un anno per dedicarsi alla soluzione dei problemi cruciali nei rapporti tra Belgrado e Pristina. È importante, ha detto parlando con i giornalisti, “affrontare seriamente i temi legati alla normalizzazione dei rapporti fra le due parti, con soluzioni di lungo termine per dare al Kosovo una chiara prospettiva di collocazione internazionale”.
Una prospettiva – ha aggiunto – “che va data al tempo stesso alla popolazione serba del Kosovo. È necessario che in questa regione gli animi si calmino”.
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