Vučić: “C’è differenza tra integrazione europea e adesione atlantica”
Belgrado – Secondo giorno di seduta parlamentare straordinaria in Serbia, complicata dalle tensioni in Kosovo dove un ragazzo serbo è stato accoltellato da kosovari albanesi e dove la situazione creata dagli espropri, forse per la costruzione di una base militare, non aiuta a calmare gli animi.
Il Presidente Aleksandar Vučić, rispondendo in aula alle critiche di Ivan Kostic, deputato della formazione di estrema destra Dveri, ha dichiarato che la Serbia non intende aderire alla Nato e resta nella sua posizione di neutralità militare.
Cina e Giappone e Russia
A tenere banco, però, ci sono anche gli investimenti, e quelli stranieri sono fondamentali per l’economia di Belgrado.
Vučić ha sottolineato che lo scorso anno sono confluiti in Serbia grossi investimenti da paesi asiatici come Cina e Giappone, anche se quelli europei rimangono i più rilevanti. In flessione gli investimenti russi, che in Serbia sono stati, nel 2022, solo il 2,5%, dato giustificato dall’impegno bellico di Mosca.
In soldoni però, il principale fornitore di gas in Serbia è la Russia, “a cui paghiamo le forniture senza tardare un giorno”, fatto che non impedisce ai serbi di traguardare a ovest, e in particolare a Francia e Germania, e al fiume di soldi di cui dispone la UE, apparentemente generosa con gli Stati membri. Anche se, per affinità con la Russia, che ha sempre appoggiato la Serbia nel non riconoscere l’indipendenza del Kosovo, nel suo discorso ha stigmatizzato la fornitura di Leopard all’Ucraina da parte dei tedeschi.
I problemi interni
Sul fronte interno, oggi un giovane serbo di 20 anni è stato ferito a coltellate da due persone di etnia albanese nel villaggio multietnico di Mogila, nella municipalità di Klokot, nel sudest del Kosovo. Per Vučić, che ha mostrato in aula le foto del giovane ferito, il nuovo episodio è il risultato dell’ “odio che il regime del premier kosovaro Albin Kurti e dei suoi media promuovono contro i serbi”.
“Temo che i nostri partner occidentali reagiranno con l’appello alla calma a entrambe le parti”, ha aggiunto Vučić in tono ironico con riferimento alle ripetute prese di posizione della comunità internazionale, a cominciare dalla Ue, che invitano regolarmente sia Belgrado che Priština ad astenersi da azioni unilaterali e violenze in Kosovo.
Posizione questa, che la parte serba respinge, ritenendo la dirigenza di Priština e la parte kosovara unica responsabile delle provocazioni e della tensione interetnica. Vučić ha al tempo stesso respinto in toto le condizioni annunciate ieri da Kurti per l’assenso di Priština alla creazione della Comunità delle municipalità serbe in Kosovo, definendo la proposta un pretesto per far vedere alla comunità internazionale che Pristina vuole trattare ed è ragionevole, ma creando nella realtà una sorta di enclave politica in cui rinchiudere i serbi in Kosovo.
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