Secondo gli investigatori sarebbe proprio lui, Maurizio Rullo, 56enne di Locri, il capo dell’associazione a delinquere
Milano – Un traffico illecito di rifiuti sviluppato in vari paesi europei e un giro vorticoso di false fatturazioni e attività di riciclaggio. Un giro da 100 milioni di euro che ha attirato l’attenzione degli investigatori attivando l’inchiesta della Dda, dell’Ufficio Federale di Polizia Criminale (BKA) di Monaco di Baviera (Germania), e dei Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Milano che su ordine del gip, Massimo Baraldo, stamattina ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone: sei in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di dimora presso il comune di residenza.
L’operazione Black Steel
Il provvedimento scaturisce da una complessa e articolata attività investigativa, denominata “Black Steel”, che ha consentito di raccogliere gravi indizi relativi all’esistenza di un’associazione per delinquere il cui promotore, un 56enne di Locri, titolare di imprese operanti in Italia e all’estero attraverso un’azienda di recupero, trattamento e commercio di metalli ferrosi, avrebbe ripetutamente acquistato ingenti quantitativi di rifiuti ferrosi “in nero”, per un ammontare di 165.000 mila tonnellate circa, da rivendere ad acciaierie, producendo false fatture di acquisto da un società tedesca, di sua proprietà, ma non operativa, e utilizzata solo per fare false fatturazioni.
Le false fatture dell’azienda tedesca venivano saldate con versamenti consistenti e il denaro veniva poi fatto rientrare in Italia con prelievi che hanno anche raggiunto i 900 mila euro, e utilizzato per il traffico illecito di rifiuti ma anche in attività lecite, come l’acquisto del Novara Calcio SpA, poi rivenduta prima del fallimento.
Il traffico internazionale e illegale di rifiuti scoperto Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Milano ha fatto emergere un vorticoso giro di denaro, il cui valore si avvicina ai 100.000.000 di euro, denaro transitato sui conti di società italiane ed estere (tedesche e ungheresi) per essere “ripulito” e reinvestito in ulteriori attività, prevalentemente illecite.
Di questo denaro, oltre 65 milioni di euro, dopo essere stato bonificato sui conti della società tedesca TM Commodities GMBH, riconducibile a Rullo, la gran parte sono stati prelevati in contanti dai conti stessi anche per importi pari a quasi un milione di euro, e reimmessi in circuiti economici perlopiù illegali nell’arco di soli due anni.
Più nel dettaglio gli arrestati sono ritenuti responsabili di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, in parte costituiti da rottami e da rifiuti speciali anche pericolosi, di riciclaggio e autoriciclaggio, e falsa fatturazione per operazioni inesistenti.
E i rifiuti?
I rifiuti, sia che fossero stati regolarmente acquistati o che fossero stati approvvigionati illegalmente e rimessi sul mercato legale, venivano rivenduti direttamente alle acciaierie/fonderie facendo risultare che fossero stati sottoposti a operazioni di recupero presso impianti di proprietà dell’organizzazione dopo “averli trasformati in non rifiuti” attraverso la compilazione fraudolenta di dichiarazioni fittizie di conformità e di documenti di trasporto (DDT) falsi.
Nel dettaglio, tra gennaio 2020 e marzo 2021, circa 6.500 tonnellate di rifiuti provenienti dal trattamento e recupero di cavi impregnati di olio, di catrame, di carbone o di altre sostanze pericolose sarebbero stati ritirati da un impianto di trattamento rifiuti situato nel comune di Arcisate (VA) e classificati fraudolentemente come “non pericolosi” (plastica e gomma), senza aver eseguito le prescritte analisi ovvero utilizzando certificati falsi, al fine di farli rientrare nella Lista Verde.
Tali operazioni erano possibili grazie a una società, gestita dallo stesso Rullo, presso un impianto di un’altra società della Repubblica Ceca non autorizzata a ricevere e/o trattare rifiuti pericolosi.
La squadra comune di Eurojust
Al fine di acquisire le necessarie informazioni sulle società di diritto estero e sulle relative movimentazioni bancarie, sotto il coordinamento di Eurojust è stata costituita una squadra investigativa comune (SIC) con la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e la Procura della Repubblica di Monaco. Le attività investigative sono state svolte anche unitamente alla polizia federale tedesca del Bundeskriminalamt (BKA), che ha fornito un determinante contributo alle indagini, oltre che all’esecuzione delle misure cautelari. Inoltre è stato attivato un canale di cooperazione internazionale di polizia tramite Europol, la quale ha facilitato lo scambio di informazioni tra le forze di polizia coinvolte e ha preso parte fattivamente all’esecuzione dell’Action Day.
I militari del NOE, hanno sottoposto a sequestro preventivo ai fini della confisca le quote e i beni di 2 compendi aziendali, materiale informatico – computer, memorie di massa e telefoni cellulari in uso agli indagati – nonché i conti correnti e i beni di proprietà, fino al raggiungimento per equivalente della somma ritenuta profitto del reato (pari a circa 90 milioni di euro), sia in Italia che in Germania.
Tra gli arrestati anche l’ex patron del Novara Calcio
Sarebbe l’imprenditore ed ex patron del Novara Calcio, il 56enne Maurizio Rullo, il “capo dell’associazione, nonché l’ideatore, il promotore e l’organizzatore” dell’associazione per delinquere. È quanto emerge dalle carte dell’indagine che ha portato Rullo in carcere.
Per gli inquirenti parte dei profitti illeciti del gruppo sarebbero stati riciclati anche nell’acquisto di quote del Novara Calcio SpA 1908.
Si tratta di 797.500 euro che – hanno ricostruito le indagini – da un conto corrente tedesco furono trasferiti su quelli della societa’ di calcio con la causale “acquisto quote” e “finanziamento soci”. Su quel conto corrente, intestato a una societa’ di Rullo, “iniziavano già a confluire dal 2016 i proventi illeciti”. Il gip di Milano ne ha quindi disposto il sequestro preventivo.
Oltre a Maurizio Rullo, nell’indagine è coinvolta una seconda persona che aveva avuto un ruolo di primo piano nel Novara Calcio SpA dopo che lo stesso Rullo aveva rilevato la società dai precedenti proprietari.
Si tratta di Marcello Cianci, napoletano di origine e residente nel milanese, che Rullo aveva inserito come presidente della società calcistica. Cianci si era poi dimesso nel febbraio 2021 dopo un episodio che aveva gettato per la prima volta un’ombra scura sul Novara Calcio. Era stato infatti intercettato a Locri dai Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, mentre trasportava nella sua auto 200mila euro in contanti stipati in sacchetti di plastica da supermercato. Cianci era stato denunciato per ricettazione e l’intera somma di denaro era stata sequestrata. Cianci aveva rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente, secondo la versione ufficiale allora comunicata dalla società, “per motivi di natura personale e professionale”.
La società si era dichiarata “totalmente estranea ai fatti, i quali riguardano vicende strettamente personali e non legate al suo operato all’interno del club”.
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