Passeggiate, passeggiatori e peripatetiche

Stuolo di sudditi e codazzo di consiglieri, vicesindaco e assessori vari, alle spalle di un pimpante Marco Bucci nelle vesti di capomanipolo

Il mio amico Andrea Guglielmino, figlio di uno dei miei assessori di riferimento durante una delle giunte di Fulvio Cerofolini  – Edoardo l’assessore delle “Sere di Genova”, il ginecologo scrittore del medico della mala, che assisteva gratuitamente le passeggiatrici del centro storico, il tifosissimo Sampdoriano autore di libri blucerchiati, il partigiano “Benda” allora giovane studente di medicina – esprime tutto il proprio sconcerto in poche parole: “Sono incredulo di fronte all’entusiasmo mediatico unanime verso un’operazione immobiliare privata nei cui confronti l’amministrazione pubblica è asservita in modo supino”. E oggi giornata della festa del papà anche i padri putativi di questa operazione hanno fatto festa con la passeggiata nel porticciolo delle favole. In attesa di bacini con la proclamazione che fra qualche giorno ci sara anche l’acqua.

Ad Andrea stupisce l’acquiescenza di una amministrazione che dopo il progetto del ponte San Giorgio desidera glorificare in vita l’archistar Renzo Piano e il suo Waterfront di Levante, bello quanto un quartiere residenziale con vista sul porticciolo. Una quartiere da sogno – da leggersi alla Briatore – non solo per l’Aldo Spinelli re dell’autotrasporto, ma anche per tanti milanesi titolari di barchetta che contribuiranno a rendere realtà la profezia della campagna elettorale del primo Marco Bucci sindaco di Genova periferia di Milano.

Eppure oggi, il giorno della peripatetica, nel senso più conforme alla filosofia aristotelica, lungo i moli la folla di partecipanti è stata ragguardevole. Con stuolo di sudditi e codazzo di consiglieri, vicesindaco e assessori vari, alle spalle di un pimpante Marco Bucci nelle vesti di capomanipolo. Tutti con gli occhi spalancati e le bocche aperte in oooh di meraviglia.

Nulla di particolarmente nuovo sotto al sole, nemmeno per il visionario archistar Renzo Piano. Già negli anni Sessanta Carlo Pastorino, senatore, ideatore e presidente della Fiera di Genova del resto durante la costruzione di Palasport e padiglioni aveva messo le mani avanti dicendo che se l’area non avesse funzionato come calamita di iniziative espositive avrebbe giusto potuto essere trasformata in un quartiere residenziale con visita mare. Detto fatto, l’archistar, a oltre cinquanta anni di distanza, dopo un cinquantennio di onorato servizio dell’Ente Fiera di Genova, ha avuto la visione.

Del resto, ci fanno sapere i nostri amati e solerti amministratori, la scommessa della città è basata sul traino turistico, come se salone Nautico e altro non avessero avuto in passato un effetto di trascinamento. Epperò la Nautica, non solo il Salone, meglio i porticcioli in Liguria e attorno a Genova, per attrarre un altro tipo di turismo. Magari anche più remunerativo. E se i milanesi non si troveranno a fare acquisti alla Coop, fa niente avranno sempre la possibilità di non sentire la mancanza di milan che l’è un gran Milan e andranno a spendere ad Esselunga.

Perchè c’è traino turistico e traino turistico, ci sono i Rolli ma la barchetta alla Briatore attrae di più e muove più capitali. Insomma il sobborgo di Milano di cui parlava Bucci. Del resto nemmeno questa una ricetta nuova. Del resto ai due Claudii (Burlando e Scajola) gli ambientalisti imputavano la cementificazione del territorio ligure e i porticcioli sulle coste.

E quindi nulla di particolarmente nuovo sotto il sole. Nemmeno la passeggiata entusiastica ed entusiasmante del giorno della festa del papà. Inevitabilmente Marco Bucci e del nonno Renzo Piano, padrini di questo progetto. Passeggiata con codazzo di volti noti e genovesi curiosi con il desiderio di esserci e di condividere le scelte di questa amministrazione tutta annunci e lustrini che passa dagli ombrellini ai red carpet, dai tricapodanno alle peripatetiche, dai botti all’abete illuminato. Con un consiglio comunale sempre più esautorato dall’uomo solo al comando e un gruppo dell’opposizione costretto ad inseguirlo con foto di gruppo in un esterno. L’importante è esserci anche per quei genovesi, poveracci che potranno gioire andando a passeggiare per poter vedere i “ricchi” leccare il gelato o a gustare  il pesce nei ristoranti degli chef stellati.

Una sorta di turismo in cui conta il denaro e la cultura latita. Ma ogni peripatetica ha il suo prezzo.

Paolo De Totero

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