E per i depositi chimici promuove l’opzione zero: “Arriva un momento in cui non riesci più a tenere in città attività così pericolose”
Genova – “Carmagnani e Superba sono aziende molto problematiche. Ma prima di loro, negli ultimi decenni, abbiamo chiuso la Stoppani, l’Acna di Cengio, tre centrali a carbone, abbiamo chiuso l’altoforno di Cornigliano. Arriva un momento in cui non riesci più a tenere in città, vicino agli abitanti, attività così pericolose”.
Non le manda a dire Claudio Burlando – già Ministro dei Trasporti, Sindaco di Genova e per due volte Governatore della Liguria – che non perde l’occasione per lanciare una frecciata a Toti e Bucci: “Se Toti e Bucci facessero anche loro una chiusura, ovviamente ricollocando i dipendenti perché quelli vanno salvaguardati, potrebbero fare una cosa giusta. Finalmente”.
Gli basta una manciata di secondi per far sapere ai suoi avversari che si devono mettere il cuore il pace, che Burlando è sul pezzo e venerdì, durante il convegno sul Nuovo Piano Regolatore Portuale organizzato da “Vasta Liguria” al Cap di via Albertazzi, si discuteranno anche i temi che stanno impantanando l’amministrazione Bucci. Perché lui è in campo per rilanciare: “Mettere Carmagnani e Superba al centro del porto è pura follia”, scandisce mentre è di ritorno da un giro dello scalo genovese. Una puntata di un’ora tra banchine e calate per capire quante saranno le aziende interferite dalle nuove infrastrutture, tunnel subportuale compreso.
Perché la grande opera sottomarina pare che impatti una novantina di attività, in testa CSM (Centro Smistamento Merci), San Giorgio del Porto e Wärtsilä.
“Il tunnel è giusto farlo ma bisogna fare un piano di ricollocamento di queste aziende. Perché se anche venissero indennizzati gli azionisti, poi vengono licenziati i lavoratori”. È per questo che al convegno di venerdì parlerà anche la Fiomm, ricorda l’ex dirigente Pd, per dare una voce ai metalmeccanici spazzati via dal tunnel.
Per loro Burlando avrebbe già la soluzione pronta: “L’idea delle case di lusso vista mare da costruire nelle ex lavanderie è una provocazione, le lavanderie vanno usate per ricollocare le aziende che non possono più operare perché vengono demolite col tunnel”, sottolinea l’ex Governatore che poi dice la sua anche sulla cerimonia di posa della prima pietra della nuova diga foranea, annunciata per il 4 maggio. Attimi.
Il fatto è che “bisogna vedere quanto è annuncio e quanto realtà”, esordisce Burlando rivolgendosi con una punta di veleno a Comune e Regione: “Si fa una cerimonia, si butta una pietra in mare, ma finché non sanno dove fabbricare i cassoni è difficile dire quando partiranno davvero i lavori”.
E non poteva mancare un riferimento Calata Bettolo, il terminal MSC iniziato vent’anni fa! Un’altra cerimonia annunciata per il 20 aprile anche se “i lavori sono partiti da anni e Bettolo è legata alla diga, cioè la sua piena funzionalità verrà quando sarà finita la diga”.
Sul porto, dunque, incombono “un po’ di annunci misti a qualche verità”, spiega Burlando che poi al convegno di Vasta Liguria invita “i cittadini che vorranno venire, perché oltre ai lavoratori ci sono dei problemi anche per la gente di Sampierdarena, Campasso e Certosa” interferiti dalla ferrovia merci che va dal porto a Bivio Fegino.
“Venerdì vogliamo dare voce un po’ a tutti. Ci saranno quattro ore di lavori, con gli interventi dei Consoli, degli operai di Fincantieri, dei sindacati, delle riparazioni navali, dei sindaci di Savona e Vado, degli imprenditori”. Alla fine basanata per tutti, “che d’aprile è quasi un obbligo”.
E così Burlando si riprende la scena.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.