Il Presidente della Commissione regionale antimafia già a gennaio denunciò i forti interessi della cosca vibonese Bonavota sulle aziende edili tra Chiavari e Deiva Marina
Genova – “L’arresto a Genova del boss ndraghetista latitante Pasquale Bonavota dimostra ancora una volta la centralità della Liguria, non solo nei traffici di droga nei porti, ma anche nelle trame organizzative della criminalità organizzata”. Così il presidente della Commissione Regionale Antimafia della Liguria Roberto Centi, nel commentare la notizia dell’arresto di Pasquale Bonavota.
“Stiamo parlando di un mafioso ricercato e inserito nella lista dei 4 latitanti di massima pericolosità ricercati dal programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno – sottolinea Centi -. L’unico soggetto rimasto latitante a seguito dell’operazione Rinascita-Scott che il 19 dicembre 2019 aveva portato all’arresto di 334 persone ritenute appartenenti alle strutture ndranghetiste della provincia di Vibo Valentia. Indagine dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri”.
“Oggi scopriamo che Bonavota si nascondeva in Liguria e che è stato arrestato mentre si trovava all’interno della cattedrale di San Lorenzo a Genova – aggiunge Centi –. La notizia, però, non deve sorprenderci. Già a gennaio, raccogliendo le indicazioni scritte nella relazione annuale della Dia, come Commissione Regionale Antimafia avevo posto l’attenzione sui fortissimi interessi della cosca vibonese Bonavota sulle aziende edili nella zona tra Chiavari e Deiva Marina”.
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