Caro casa, la nuova legge spagnola che mette un tetto agli affitti

In Italia dopo aver smantellato nei decenni le residenze pubbliche universitarie a favore di studentati privati o di lusso, il problema non si risolverà rapidamente

Ilaria Lamera ha 23 anni, studia ingegneria ambientale al Politecnico di Milano ed è una dei 591mila studenti fuori sede italiani. Da una settimana ha deciso di mettere in atto una protesta singolare ma efficace: si è accampata dentro una tenda nel parco antistante alla sua facoltà per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema del caro affitti per gli studenti.

Intento riuscito perché in queste ultime ore molti studenti di altri atenei italiani stanno seguendo il suo esempio. La loro protesta, supportata dai collettivi studenteschi del Politecnico, della Sapienza ma anche da comuni cittadini, ha portato alla luce l’annoso problema del caro affitti che sta affliggendo moltissimi studenti fuori sede ma anche chi non può permettersi di acquistare un immobile a prezzo contenuto. Milano detiene il primato della città più cara (6-700 euro per l’affitto di una stanza) seguita da Roma, Firenze e Bologna.

Un problema non solo italiano

Un problema non solo italiano, anche in Europa soprattutto nelle grandi città oramai affittare un monolocale comporta una spesa che spesso va oltre gli 1.800 euro mensili. I prezzi degli affitti sono cresciuti del 14,3% rispetto al 2021, con un’inflazione che è salita mediamente del 9,3%.

Ecco alcuni esempi. Amsterdam è la città europea più cara: un bilocale si può avere mediamente intorno ai 2.300 euro, a Parigi 1.761 euro, Berlino 1.690 euro, Monaco 1.800 euro, Lisbona 1.910 euro e Madrid insieme a Barcellona sono le città più esose di Spagna, affittare un appartamento di circa 100 mq. in zone centrali costa dai 2.000 euro in su.

In Spagna si muove qualcosa

Nella penisola iberica però qualcosa si sta muovendo. In Portogallo il governo ha presentato un piano che comprende molte misure per contrastare il costo dell’affitto che, come in Spagna, è diventato un vero e proprio problema sociale. Il premier Costa ha proposto di acquistare le case abbandonate (attualmente si contano oltre 700mila edifici non abitati in tutto il Paese di cui circa 50mila solo a Lisbona) incentivandone la vendita allo Stato con forti sgravi fiscali sul ricavato, oppure finanziandone il restauro per poi obbligare i proprietari ad affittarli. Ha pianificato incentivi e mutui agevolati in cui lo Stato stesso diventa locatore di immobili da subaffittare a prezzi accessibili,  ha stoppato la misura che aveva attratto stranieri ricchi in cambio di permessi di soggiorno e anche gli affitti a breve termine non saranno più agevolati fiscalmente.

Pedro Sanchez annuncia la costruzione di nuovi alloggi pubblici

In Spagna invece il Congresso dei Deputati ha già approvato una decina di giorni fa la legge che pone un tetto ai costi degli affitti, e il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez ha anche annunciato la costruzione di 20mila nuovi alloggi pubblici. La nuova legge, risultato dell’accordo tra il Psoe e Unidas Podemos che ha convinto anche i rappresentanti delle comunità catalane e basche,  ha l’obiettivo di porre le basi per una nuova politica abitativa per risolvere un vero problema dei cittadini che origina il 70% delle disuguaglianze del Paese.

Ai 20mila nuovi alloggi che saranno costruiti, se si aggiungono anche i progetti realizzati in precedenza, saranno 113mila gli alloggi pubblici in più che saranno messi a disposizione dei giovani, degli studenti e delle famiglie che non possono permettersi di affittare un appartamento ai costi attuali. E nei prossimi anni il governo metterà a disposizione 183mila alloggi a canoni di affitto accessibili raggiungendo la media europea del 9% di alloggi pubblici con l’obiettivo di raggiungere il 20% di altri Paesi nel mondo.

Nella nuova legge è prevista anche la limitazione dell’aumento degli affitti (al 2% nel 2023 e al 3% nel 2024) e per contrastare la speculazione e la concentrazione di immobili a capo di un unico proprietario chi possiede più di cinque case sarà considerato “grande proprietario” e potrà essere obbligato alla politica di contenimento dei prezzi del canone di affitto. Questa misura è volta anche a contrastare il fenomeno della gentrificazione che, soprattutto nelle città a vocazione turistica, sta trasformando i connotati di interi quartieri a causa della sempre più massiccia presenza di turisti che affittando alloggi per periodi brevi impedisce ai residenti di trovare case a prezzi contenuti.

Giulia Danieli

Giulia Danieli

Svolgo attività di collaborazione giornalistica per RSI, la Radiotelevisione Svizzera Italiana, e ho partecipato alla redazione e alla produzione dei servizi documentaristici sul crollo del ponte Morandi (“43-Il ponte spezzato”) e sulla truffa dei falsi Modigliani (“Il giallo Modigliani”), entrambi andati in onda su Falò, magazine settimanale di informazione e approfondimento di RSI. Collaboro con vari quotidiani digitali sui temi sanità, salute, ambiente e diritti civili. Ho collaborato per il quotidiano Il Secolo XIX.

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