Frizioni tra Italia e UE: Pnrr, Mes e balneari tra le criticità

Ma nella discussione con l’Europa ci sono anche riforma del catasto e l’efficienza energetica degli edifici

Difficoltà tra il Governo italiano e le istituzioni europee stanno emergendo su vari fronti, dal catasto alle spiagge, passando per il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) e gli edifici green.

L’attuazione del PNRR

La Commissione europea ha espresso preoccupazione riguardo all’attuazione del Pnrr da parte dell’Italia, sottolineando rischi di ritardi nel rispetto del calendario previsto di obiettivi e traguardi. La Commissione ha anche chiesto all’Italia di presentare eventuali modifiche al Pnrr in tempi rapidi e di limitare la spesa pubblica. La Commissione Ue ha esortato l’Italia ad accelerare l’implementazione del Piano e la negoziazione delle eventuali modifiche, data la natura temporanea della Recovery and Resilience Facility, che è in vigore fino al 2026.

Un altro punto di frizione riguarda la riforma del Catasto, che l’Unione europea ha richiesto all’Italia di attuare. In particolare, si sottolinea la necessità di allineare i valori catastali a quelli di mercato, una richiesta che finora è rimasta inascoltata.

Le concessioni

Nodo cruciale nei raporti con la UE sono le concessioni balneari. La Commissione ha evidenziato i continui ritardi nell’implementazione di procedure competitive per l’assegnazione di licenze per la gestione delle strutture marittime, lacustri e fluviali per il tempo libero e il turismo.

La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che le concessioni balneari in Italia devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente, ma le autorità nazionali italiane devono ancora adeguarsi a questa direttiva.

Per quanto riguarda il Mes, l’Unione europea sta esercitando pressioni sull’Italia affinché proceda con la ratifica, decisione che spetta al Governo,  e infatti il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, ha invitato l’Italia a rispettare l’impegno preso.

La riqualificazione energetica

Infine, c’è il tema dell’efficienza energetica degli edifici. La direttiva comunitaria mira alla completa riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare dei Paesi dell’Unione entro determinati termini, come ad esempio raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. Tuttavia, i partiti della maggioranza italiana sono in contrasto con queste richieste, e il governo italiano si oppone all’accelerazione voluta dall’Unione europea in materia di edifici green.

 

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