“Tensioni in Kosovo e guerra in Ucraina dominano il vertice sulla sicurezza europea in Moldavia”
Chisinau – La riunione dei responsabili di governo di 47 paesi europei nella capitale moldava rappresenta il secondo incontro della Comunità politica europea, nato dall’idea del presidente francese Emmanuel Macron pochi mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
L’obiettivo principale di questo forum è permettere un confronto strategico sul futuro del continente europeo confrontandosi sui temi della sicurezza, dell’energia, del clima e più in generale sulla stabilità dell’Europa. Inoltre nel vertice di Chisinau si affronteranno le questioni riguardanti le relazioni tra Europa e Russia, ma anche con Cina e Stati Uniti.
Attesi I leader di Serbia e Kosovo
E viste le ultime tensioni nei Balcani, erano particolarmente attesi i leader di Serbia e Kosovo, Aleksandar Vucic e Albin Kurti, per capire quali possano essere gli spiragli di de-escalation nel nord del Kosovo.
Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha detto di aver parlato stamane con i rappresentanti dei serbi delle municipalità del nord e di aver chiesto loro di proseguire la protesta in modo pacifico. Parlando con i giornalisti Vučić ha ribadito che si è sempre battuto per l’affermazione della pace e della stabilità nella Regione e che la Serbia intende fare ogni sforzo per porre fine agli scontri che hanno visti impegnati anche i militari della Kfor, sottolineando, con soddisfazione, come il comportamento di Pristina e “le provocazioni” del premier Albin Kurti contro i serbi del Kosovo siano stati condannati per la prima volta anche dagli Stati Uniti.
La Macedonia del Nord
Il Premier della Macedonia del Nord, Dimitar Kovačevski, al suo arrivo al vertice ha ribadito l’importanza di una soluzione diplomatica tra Serbia e Kosovo perché la “guerra appartiene ad altri tempi”. Il pericolo reale per la Macedonia di Kovačevski è che un latente conflitto nei Balcani possa ritardare le procedure di ingresso del Pese nella comunità europea.
Belgrado rispetti gli accordi
La Presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, ha sottolineato che il punto essenziale nei rapporti tra Pristina e Belgrado è il rispetto degli impegni concordati a Bruxelles, che prevedono, tra le varie cose, di non opporsi all’adesione del Kosovo a qualunque organizzazione internazionale.
“Un impegno che la Serbia ha già violato votando contro l’ingresso del Kosovo nel Consiglio d’Europa” . Ma Vjosa Osmani ha apertamente accusato Belgrado di finanziare e sostenere politicamente gruppi criminali organizzati transnazionali, che sarebbero gli artefici delle violenze contro i militari della Kfor.
Figliuolo: “I Balcani per noi sono come il giardino di casa”
Un giudizio sulola situazione lo ha dato anche il comandante del Comando operativo di vertice interforze (Covi), Francesco Figliuolo, in audizione alle commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera e alla commissione Esteri e Difesa del Senato.
“I Balcani per noi – ha spiegato Figliuolo – sono come il giardino di casa: se ci sono i rovi prima o poi ci si punge. In quell’area le leadership politiche stanno dimostrando di non avere politica, stanno dimostrando grande immaturità, con dichiarazioni estreme che creano una miscela esplosiva: in mezzo ci sta il contigente di Kfor, 3mila unità (850 gli italiani). “In Kosovo le posizioni delle leadership serbe e kosovare si sono estremizzate, non si parlano: si creano così problemi che poi sfociano in violenza”.
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