Tra jeans, salame e trenini

Quei genovesi ostili e resilienti

Lasciatemi vestire nuovamente il ruolo che mi è più consono. Panni che in questi sei anni di amministrazione di centro destra, con l’imperatore Marco Bucci saldamente al comando, in fondo ho portato addosso tante volte. Quelli del genovese ostile e resiliente che alimenta spesso e volentieri polemiche strumentali. Così proprio il nostro sindaco ha bollato, all’interno della lunga intervista di due pagine pubblicata sabato su “Il Secolo XIX”, chi talvolta fa troppe domande dimostrando di preferire le narrazioni a chi cerca, correttamente, di fare informazione.

Magari mettendo in secondo piano l’immagine tutta ombrellini, girandoline, red carpet e fuochi d’artificio cucita addosso da qualche anno a questa parte alla GenovaMeravigliosa, andando a chiedere il rendiconto delle spese e reclamando addirittura una maggiore trasparenza. Da quelle per la nuova manifestazione di genova Jeans lanciata per il 14/15/16 ottobre del 2022 poi sospesa a sorpresa l’anno scorso, a quella di Ocean Race. Evento  per il quale nell’intervista Bucci dice che probabilmente alla città costerà zero.

E aggiunge “Tutto falso, che non siamo trasparenti”. E se gli si ricordano le polemiche passate sui costi di Genova Jeans, di Euroflora e del Capodanno Bucci chiude il caso: “I conti si fanno alla fine, chi dice di voler vedere conti e sponsorizzazioni prima non è molto logico. Sono allibito di fronte a questo modo di pensare, non è operativo. Continuo a non accettare critiche di questo tipo: su Ocean Race abbiamo fatto tre bilanci comunali con gli investimenti riportati. C’è scritto tutto, poi se uno vuole fare polemiche strumentali”. Un modo come un altro per avvertire di non disturbare il manovratore. Già.

I conti di Genova Jeans, questi sconosciuti

E stato così, dopo la manifestazione congelata di Genova Jeans del 2022, lanciata già poco prima della campagna elettorale per le amministrative e poi saltata probabilmente per la mancanza di sponsor adeguati e affidata all’organizzazione della Porto Antico Spa, dove, secondo i rumors, pare abbia ricevuto il colpo finale. Con le inevitabili polemiche nella sala rossa. Con tanto di dispute sui costi esorbitanti della manifestazione del 2021, finanziati dalle casse comunali con un impegno di spesa che via via si è gonfiato sino a risultare cinque volte superiore alla cifra iniziale.

Con interpretazioni sui numeri dei biglietti venduti, che comunque hanno portato nelle casse comunali una cifra esigua. Con interrogazioni, articoli 54, interpellanze in sala rossa dell’opposizione. Perfino con intervento degli uomini della guardia di finanza per sequestrare la documentazione dei biglietti venduti. E, tanto per non farsi mancare nulla, con qualche emblematico ritardo proprio della conferenza stampa in cui dovevano essere forniti tutti i numeri. Avrebbe dovuto svolgersi, almeno secondo il programma, nel pomeriggio dell’ultimo giorno della manifestazione. Ma, con l’infuriare delle polemiche, fu addirittura cancellata.

Con il sindaco Marco Bucci che messo alle strette successivamente, durante una seduta del consiglio comunale si era ritrovato a dover ammettere che non tutto era andato come ci si era prefissi, tanto che quella sarebbe stata da considerarsi l’edizione “zero” in preparazione dei successi di quella del 2022.

E, probabilmente di fronte a tanto ottimismo del primo cittadino evidentemente Alberto Candiani deve aver pensato, almeno fino a dopo Ferragosto, che tutto sarebbe andato per il meglio.

Per alcuni mesi la manifestazione poi cancellata era stata adeguatamente pubblicizzata sulla smart del Comune di Genova “smart.comune. genova.it” del progetto ricerca sponsor Genova Jeans 2022. Con precipitosa cancellazione dell’evento.

E con Gianni Crivello, capo dell’opposizione della passata amministrazione, che ancora oggi assicura, dopo le ricorrenti e reiterate richieste di accesso agli atti, con tanto di interessamento del Prefetto per i ritardi, di non esserne venuto a capo. E che gli sono stati indicati i costi solo per “macroaree”; e resta il mistero di 112 mila euro spesi per la comunicazione in cui non sono indicati i beneficiari.

Mistero anche sulle indagini della corte dei Conti sfociata nell’acquisizione dei documenti sequestrati dalla Guardia di finanza. Tanto che recentemente, non più di una decina di giorni or sono, il consigliere comunale del Pd Cristina Lodi in commissione ha chiesto a che punto fossero le indagini. Ricevendo dal vicesindaco Pietro Piciocchi, che detiene la delega al bilancio, una sconsolata risposta… “Al momento non ne sappiamo niente”.

In braghe di tela, tutto cambia perchè nulla cambi

Insomma ridotti in braghe di tela e con la morale del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa comunemente semplificata in: “Tutto deve cambiare perchè tutto resti come prima”. Così la manifestazione di quest’anno, nonostante la cancellazione di quella precedente, è stata lanciata con una conferenza stampa nei giorni scorsi con tanto di ricco comunicato stampa redatto ancora una volta da comunicatori milanesi in cui si spiega: “Il jeans è il protagonista della storia della moda. Da tessuto da lavoro utilizzato nei porti è diventato un capo di abbigliamento iconico che annulla le differenze generazionali, sociali, stagionali e culturali ed è presente nel guardaroba di tutti, negli stili di vita e nell’immaginario collettivo.

 Genova è la culla del jeans e si fa portavoce di nuovi valori quali creatività, tecnologia e produzione responsabile, nel rispetto dell’heritage culturale profondamente intrecciato con la città in cui tutto ebbe inizio: Janne, il nome di Genova in francese antico, secondo il dizionario Oxford è laddove è stato prodotto il cotone pesante oggi utilizzato per i jeans. I genovesi sono stati i primi ad avere l’idea di tingere di blu indaco un fustagno prodotto nella città ligure. Da Genova, dal 5 all’8 ottobrecon GenovaJeans (concept ideato da Manuela Arata, oggi Presidente di GenovaJeans), prende forma il concetto di jeans di nuova generazioneche rappresenterà tutti i suoi valori attraverso design, arte, innovazione e produzione responsabile, trasformando Genova nel punto di riferimento e vetrina nazionale e internazionale per tutti gli innovatori e la jeans community: dai creatori, ai produttori, fino al consumatore contemporaneo, abbracciando la cultura del design e dell’innovazione responsabile e diventando protagonista del cambiamento.

 L’evento, dal format unico e nuovo, che si svolgerà nel centro storico di Genova, trasformerà per l’occasione il capoluogo ligure in un networking spacea cielo aperto con l’obiettivo di creare una jeans communityinnovativa dall’approccio circolare ed inclusivo, in linea con la politica green intrapresa dal Comune di Genova e con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”

Con  Marco Bucci, Sindaco di Genova che commenta: “Siamo pronti a ospitare a Genova una manifestazione che porterà alla riscoperta di uno dei tessuti e dei capi di abbigliamento più celebri al mondo le cui origini sono indissolubilmente legate alla nostra città. Questa quattro giorni di eventi è parte del grande progetto di GenovaJeans: vogliamo creare una vetrina per l’artigianato e il commercio che possa rappresentare un volano per il settore e che possa diventare parte integrante della nostra economia in maniera stabile. Proiettandoci nel jeans del futuro – sempre più attento ai criteri della sostenibilità ambientale – riporteremo alla luce le origini del tessuto, raccontando la storia della nostra città a tutto il mondo. Genova è pronta a ritagliarsi uno spazio importante nel settore della moda, partendo proprio da quel capo di abbigliamento utilizzato già da secoli dai lavoratori nel nostro porto.”

 “GenovaJeans è un progetto che vuole coltivare e trasmettere ideali molteplici e trasversali – afferma Anna Orlando, coordinatore per il Comune di Genova-. L’edizione 2023 intende essere sempre più inclusiva e partecipata anche sul piano storico e culturale. Il ricco carnet di eventi in programma aperti al pubblico, che affiancano quello dedicato agli operatori del settore con performance, spettacoli, concerti e installazione artistiche, assolve al ruolo principe dell’arte e della cultura, ossia sviluppare il senso di appartenenza identitaria al territorio: in questo caso, a Genova, che deve essere riconosciuta come indiscussa capitale del jeans, e dunque una delle città internazionali madrine del pop, capace di attirare davvero tutti”.

Il ritorno di Manuela Arata

Da segnalare anche il ritorno di Manuel Arata, già supersaggio di mister Bucci, nelle vesti di Presidente di Genova Jeans, che non a caso cerca di non avere nulla da spartire con l’dizione del 2021 nonostante avesse registrato il copyright del marchio. Tanto che  la stessa Arata, per presentarsi ai suoi futuri potenziali elettori, si era qualificata come l’artefice del festival della scienza, ma non menzionava Genova Jeans. Anche se quest’ultima visto il copyright, avrebbe avuto maggior ragione di essere menzionata. Si era limitata a menzionare un’altra sua creatura, il Festival della Scienza. Ma evidentemente i risultati contrastanti e le polemiche mai sopite sull’edizione del 2021 le avevano consigliato in quell’occasione di mantenere un basso profilo.

“Dopo l’edizione zero del 2021, partiamo oggi con la prima vera edizione di GenovaJeans, che si inserisce nel palinsesto internazionale con un importante focus su responsabilità e innovazione sostenibile. Con lo slogan “Jeans before blue jeans” (cfr. M. Cataldi Gallo) si incontreranno aziende, creativi, produttori di tecnologie ed esperti del settore con buyers, traders e utilizzatori finali perché sempre di più l’innovazione nasce da loro, che negli ultimi anni hanno acquisito una sempre maggiore consapevolezza dei temi ambientali ed etici rispetto alle generazioni precedenti. Genova, da sempre città dell’innovazione, accompagnerà questo evento annuale con investimenti dedicati a valorizzare la ‘Via del Jeans’ e la sua storia in un’ottica di sviluppo e crescita dell’area che già cinque secoli fa produceva, commercializzava e utilizzava la tela jeans”, dichiara Manuela Arata, Presidente di GenovaJeans.

E continua il lunghissimo comunicato: “Una narrazione creativa e al contempo informativa, curata da Sergio Salerni, che si occupa del concept creativo degli allestimenti di GenovaJeans, trasformerà location suggestive della città con collettive di brand, artigiani, designer affermati e di nuova generazione, insieme ad aziende innovative dell’intera filiera produttiva.

 I brandsaranno ospitati nella Biblioteca Universitaria di via Balbi, mentre i nuovi creativi – marchi e designer di nuova generazione che adottano strategie di eco-design circolari per la creazione di jeans dall’approccio smart – parteciperanno a un’esposizione collettiva nell’Edificio Metelino.

La filiera produttiva, le aziende italiane icone della catena di fornitura e del valore del jeans, che rappresentano tutti i passaggi della produzione, saranno presenti in una suggestiva location storica a loro interamente dedicata.

Le imprese di CNA Federmoda esporranno al Laboratorio del Jeans in via di Pré e gli associati di Confartigianato si distribuiranno in diverse location lungo la ‘Via del Jeans’ tra cui anche alcuni magnifici palazzi ‘dei rolli’.

Genova è il luogo delle possibilità, da cui è nato il jeans prima ancora di chiamarsi così: una città ricca di stimoli, un melting pot di tradizioni e contaminazioni che simboleggia lo spazio ideale dove raccogliere la necessità globale di creare sinergie, condividere valori e conoscenza, imparare a esplorare nuovi orizzonti in un’ottica di innovazione responsabile e trasformazione nel segno della sostenibilità.

GenovaJeanse la sua identità responsabile verranno condivise attraverso uno speciale tagcon QR code powered by C.L.A.S.S. (Creativity Lifestyle And Sustainable Synergy), un “passaporto”che racconterà le scelte aziendali rispetto all’etica ed alla trasparenza e la tracciabilità dei suoi prodotti quali abbigliamento, accessori, borse, calzature ed elementi d’arredo.

Durante GenovaJeans saranno allestite alcune mostre: “Un mito nelle trame dell’Arte contemporanea”, ideata dall’Associazione ArteJeans e ospitata all’Edificio Metelino, presenteràuna cinquantina diopere, molte ancora inedite, realizzate in jeans Candiani donate alla cittàda artisti contemporanei di livello internazionale in vista della creazione del primo Museo Internazionale del Jeans, un progetto di museo diffuso e in evoluzione.

L’esposizione ‘Alle radici del jeans’sarà ospitata presso il MEI (Museo dell’Emigrazione Italiana) alla Commenda di Prée racconterà le origini genovesi del jeans e la loro evoluzione nei secoli attraverso reperti storici e postazioni multimediali.

Al Museo del Risorgimento sarà esposta l’opera originale di Ian Berry, artista inglese di fama internazionale che deve la sua notorietà al particolare uso del tessuto jeans per i suoi lavori, dal titolo “Garibaldi in Jeans” che mette insieme i jeans dell’eroe dei due mondi con quello utilizzato per realizzare il ritratto. L’opera, esposta nel percorso museale in dialogo con la documentazione che sottolinea l’uso dei jeans da parte di Garibaldi e dei Garibaldini, generosamente donata dall’artista alla città di Genova, è tra i pezzi più significativi della collezione permanente, in cui si distinguono anche le “Camicie Rosse” e i “Jeans dei Garibaldini”.

Alberto Candiani e Andrea Rosso

Gli stessi partner dell’edizione 2021

Poi ci sono gli stessi sponsor: “Presso il Museo Diocesanosarà possibile visitare i Teli della Passione, considerati gli antenati del jeans: quattordici grandi opere in tela di lino e cotone tinte con indaco dipinte a biacca intorno al 1540 dal pittore genovese Teramo Piaggio per coinvolgere i fedeli nei misteri della Passione di Cristo.

 Di particolare rilevanza sarà il Laboratorio del Jeans, in partnership con CNA-Federmodaattraverso la sua organizzazione di formazione ECIPA, in collegamento con Fulgis(Fondazione Urban Lab Genoa International School) e l’Istituto Istruzione Secondaria Superiore Duchessa di Galliera, che ospiterà iniziative di manufacturinge design e fungerà da incubatore per offrire formazione sulla lavorazione del jeans ad artigiani ed aspiranti tali all’interno di una facility attrezzata, grazie alla collaborazione dei partner industriali Candiani e Diesel. Questa iniziativa, sostenuta e ospitata all’interno di spazi allestiti appositamente dal Comune di Genova, si affiancherà agli importanti incentivi economici previsti dal Comune di Genova a coloro che decideranno di insediarsi lungo la ‘Via del Jeans’, che va da via di Pré fino in fondo a via San Luca.

Durante GenovaJeans, all’interno della Biblioteca Universitaria, si svolgeranno numerosi momenti di formazione e informazione, workshop con personaggi di rilievo mondiale, esperti, associazioniriconosciute a livello internazionale che si confronteranno sui temi attuali della transizione ecologica, del ruolo sempre più importante della tecnologia e del consumo responsabile, del design e dell’economia circolare, della comunicazione autentica, legati ai business di nuova generazione. Per quanto riguarda l’ambito dell’innovazione responsabile, verranno coinvolti i key playersdel mondo della scienza, dell’innovazione, del design e della supply chain.

I jeans lovers e i consumatori interessati a conoscere il valore culturale e internazionale di questo prodotto iconico e sempre contemporaneo, potranno prendere parte a un ricco programma composto da eventi pubblici, gratuiti, aperti alla città, che intratterranno ospiti e cittadini, immergendosi così nel jeans lifestylepiù autentico.

GenovaJeans è promosso dal Comune di Genova, in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency, in partnership con Regione Liguria, con l’omonimo Comitato Promotore di cui oltre al comune fanno parte Camera di Commercio di Genova, Candiani, Diesel, ETT e gli Ideatori, e con il patrocinio di SMI – Sistema Moda Italia”.

La misteriosa rinuncia di Tiziana Lazzari

Fin qui l’ufficialità con tanto di nomina, meno di un mese fa, di Tiziana Lazzari, eletta a Tursi fra le fila del gruppo di Giovanni Toti e poi trasmigrata a Fratelli d’Italia, nel ruolo di organizzatrice di azioni finalizzate alla valorizzazione organizzazione ed esecuzione dell’evento. Provvedimento con tanto di pubblicazione sull’albo pretorio. Ma alla dermatologa è stata necessaria appena una settimana per rendersi conto che difficilmente avrebbe potuto incidere. Perciò la versione ufficiale parla di un incarico mal valutato e risultato alla fine troppo gravoso. Con conseguente comunicazione a voce delle proprie dimissioni direttamente al Sindaco nel corso dello svolgimento di una seduta del consiglio comunale.

E conseguente malumore du scindecu cu cria. Che giusto quattro giorni fa ha nominato in sua vece Anna Orlando. Mentre i rumors di Tursi parlano di un vero e proprio “muro” eretto nei suoi confronti dalla presidente Manuela Arata che avrebbe preteso di non cambiare nulla rispetto a quanto aveva già deciso. In pratica dal suo nuovo partito l’avrebbero messa in guardia rispetto ad una vera e propria “polpetta avvelenata”, con tutte le possibilità di diventare il vero e proprio capro espiatorio nel caso di un ulteriore flop della manifestazione. Per di più senza avere nei fatti la benché minima voce in capitolo. Vabbè… principi estetici per una vera maestra di cure estetiche.

Nulla di nuovo, comunque, tenuto conto dei rapporti certamente non idilliaci del nostro primo cittadino con il gruppo politico genovese che fa riferimento al presidente del consiglio Giorgia Meloni.

In pratica un altro risvolto oscuro per questa manifestazione del jeans, tra politica e conti in rosso.

Marco Doria

Ci sono conti e conti

Che poi proprio “il Bucci” – come lo chiama la sua gentile consorte – ha rivelato un altro atteggiamento, ben più incline alla tanto proclamata trasparenza in occasione di una testimonianza in procura sui rendiconti finanziari di Provincia e Città Metropolitana. Era stato lo stesso Bucci già nel 2019, diventato sindaco metropolitano succedendo a Marco Doria a denunciare alla magistratura contabile una possibile discrepanza di 23 milioni nel consuntivo consegnando ai magistrati un corposo incartamento.

Con conseguente convocazione in procura in qualità di testimone. L’indagine ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del nome di una decina di persone tra funzionari e revisori dei conti con invito a comparire e confronto fra i magistrati del “pool pubblica amministrazione” per valutare se emergano responsabilità anche a livello politico, e non solo tecnico, per qualche assessore con delega specifica al bilancio. Del resto era stato proprio Marco Bucci a dichiarare nel suo dossier di “avere ereditato delle opacità”.

Tutto giusto, per carità.  A maggior ragione se si rischia, proprio come deve aver pensato la Lazzari in occasione dell’incarico poi rigettato, di diventare una sorta di capro espiatorio senza avere responsabilità alcuna, E soprattutto, nel caso di Bucci, se le eventuali responsabilità potrebbero essere ascritte alla giunta precedente. Casualmente, o forse no, tutta di altro colore politico.

Che poi, per rendere omaggio alla giustizia, mi fa piacere tornare sul caso della famosa gita “tete a tete” sul monte bianco rovinata dal malore con indigestione del primo cittadino, e conseguente rinuncia all’ascensione, con impresa terminata alla Capanna Vallot, che tanto clamore ha suscitato nell’intervista della moglie Laura Sansebastiano comparsa qualche giorno fa sempre su “Il Secolo XIX”. Ed è stato lo stesso Marco Bucci a chiarire, dopo aver esclamato assolvendo la consorte: “Non capisco lo scalpore, ha detto cose giuste”, aggiungendo: ”Mi è spiaciuta solo una cosa è vero che quella volta sul Monte Bianco mi sono sentito male, ma io sulla cima del Bianco ci sono stato sei volte. Forse quella volta ero troppo emozionato per il fatto di essere con lei…”

Più del Pride potè il salame

E insomma, diamo a Cesare quel che è di Cesare e a “Il Bucci” quel che è del Bucci. Con tutta quella sua tenera ricerca del senso della virilità perduto. Così l’onore du scindecu cu crià, capitano coraggioso ed estemporaneo alpinista è salvo.

Anche se proprio ieri non ha partecipato alla sfilata del Gay Pride: “Non andrò – si era giustificato – perchè ho un altro impegno ma la collaborazione con le associazioni Lgbt+ è fuori discussione”.

Ecco. Resta solo da dire che l’appuntamento a cui ha inteso presenziare in compagnia del sodale di sempre e governatore Giovanni Toti, era a Sant’Olcese per celebrare l’evento  del salame più lungo del mondo da buon protettore del salame. Con tanto di post comparso in mattinata sul suo profilo ufficiale: “Ecco il salame più lungo del mondo realizzato a Sant’Olcese: ben 40 metri di uno dei prodotti più tipici del nostro territorio. Oggi festeggiamo la riapertura dell’intera tratta del trenino di Casella: la ferrovia storica ancora funzionante, meglio conservata d’Italia. Una giornata di grande festa alla scoperta delle tradizioni del nostro spendido entroterra”. Capitano coraggioso persino di culinaria. Tra mirabolanti slerfe da record di fugassa, pestello, basilico, pesto e ancora… giusto quel salame da 40 metri.

E, insomma, tra trenini e salami mi pare davvero tutto.

Ah, no. Perchè c’è la mia amica social Barbara Barattani che sul suo profilo getta lì un post con un ironico quanto legittimo dubbio: “Ma sarà mica freudiana ‘sta cosa del salame più lungo del mondo?”. Già, maledetto Freud. Che si fa in quattro per provare a complicarci la vita.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.

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