Elezioni politiche spagnole: Vox perde ma la destra no

Ma né il Partito Popolare né il Partito Socialista Operaio Spagnolo hanno voti sufficienti per formare la maggioranza assoluta

Madrid – L’ “onda nera” prevista dalla maggioranza dei sondaggi si è infranta sugli scogli di un’opposizione che si è rivelata più forte di quanto ci si aspettasse.
Il PP, il principale partito di centro-destra, ha vinto le elezioni politiche conquistando 136 seggi, 47 in più di prima, ma lo distanziano solo 14 seggi da il Psoe, il Partito Socialista Operaio Spagnolo, che non solo non è crollato come si prevedeva  bensì ha guadagnato 124 seggi, due in più rispetto al passato.
Ma nessuno dei due blocchi ha voti sufficienti per formare la maggioranza assoluta.
A due giorni dalle elezioni è iniziato un periodo di negoziati tra i diversi partiti per la formazione del nuovo governo. I colloqui sono cominciati e porteranno all’elezione di un presidente alla fine di agosto o all’inizio di settembre, considerata però la pochissima differenza di voti tra PP e Psoe c’è anche la possibilità che non ci sia un’investitura e che gli spagnoli tornino alle urne.

Alberto Nuñez Feijóo (PP) ha vinto ma ha perso e Pedro Sanchez (Psoe) ha perso ma ha vinto e il vero grande sconfitto è Santiago Abascal, il leader di Vox che rispetto alle elezioni precedenti  ha perso 19 seggi e con gli attuali  33 uniti ai 136 seggi del PP non riesce comunque a raggiungere la maggioranza assoluta (176 seggi)  che gli permetterebbe di insediarsi al Governo come forza politica in appoggio al PP.
La destra spagnola ha quindi fallito nel suo obiettivo di dare la spallata definitiva al governo socialista e di eliminare l’odiato “sanchismo”, leit motiv dell’intera campagna elettorale. E Sanchez ha vinto la scommessa grazie anche all’azzardata mossa tattica di aver anticipato la data delle elezioni con lo scopo di impedire al PP di consolidare le alleanze con Vox e anche all’appoggio di Sumar capitanato da Yolanda Dìaz.

Sono stati 37,4 milioni i cittadini chiamati al voto anticipato al 23 luglio con un’affluenza al 68,23% in aumento del 2% rispetto alle ultime elezioni del 2019, la Spagna si conferma in controtendenza rispetto ai tanti “partiti dell’astensionismo” che hanno caratterizzato le elezioni politiche in Europa.

Prima di costituire il prossimo governo saranno necessari sette passaggi:

28-31 luglio: si terrà il definitivo e ufficiale conteggio dei risultati, anche se sono già noti dalla mezzanotte di  domenica scorsa, il conteggio schede, comprese quelle espresse all’estero e i voti postali, avverrà nel corso di questa settimana e all’inizio della prossima.

1 agosto: presentazione dei reclami

All’inizio di agosto incomincia il termine per la presentazione dei reclami sulla giornata elettorale da parte di rappresentanti e delegati. Prima vengono presentati al Collegio elettorale provinciale, poi al Collegio elettorale centrale e, se necessario, ai tribunali. Si tratta di processi agili, perché tutto può durare al massimo 37 giorni. Dopo 40 giorni, i risultati ufficiali delle elezioni vengono pubblicati sul BOE (Gazzetta ufficiale dello Stato) e sono irrevocabili.

17 agosto: costituzione del Congresso e del Senato

Il 10 agosto, alle ore 10.00 sono previste  le sessioni costitutive delle due camere risultanti dalle elezioni di Congresso e Senato. Il primo eleggerà il suo ufficio di presidenza e i deputati presteranno giuramento. Al più tardi quindici giorni dopo, si terrà la sessione solenne di apertura. In totale, la Camera bassa conterà 350 deputati e 265 senatori.

22 agosto: Costituzione dei gruppi parlamentari

 I deputati hanno cinque giorni per compiere uno dei primi passi formali all’interno della Camera. Entro il 22 agosto dovranno essere formati i nuovi gruppi parlamentari del Congresso. Coloro che non appartengono a nessuno di essi faranno parte del Gruppo misto.

Comunicazione e consultazioni con il Re Felipe VI

Dopo l’elezione, il Presidente del Congresso si incontrerà con il Re per comunicargli quali sono le forze più rappresentate all’interno della Camera. Felipe VI convocherà quindi i rappresentanti di questi gruppi politici e, dopo averli incontrati, proporrà un candidato per l’investitura.

Sessione di investitura del nuovo Presidente

Una volta ricevuta la proposta del Re, il Presidente del Congresso convocherà la sessione di investitura in cui il candidato alla presidenza dovrà ottenere la maggioranza assoluta dei voti al primo scrutinio o la maggioranza semplice nel secondo scrutinio per ottenere la fiducia ed essere eletto Presidente del Governo.

Scioglimento delle Cortes e ripetizione delle elezioni

Se, trascorsi due mesi dal primo voto di investitura nessun candidato proposto avrà ottenuto la fiducia del Congresso, il Presidente della Camera sottoporrà il decreto di scioglimento delle Cortes Generales e di convocazione delle elezioni alla firma del Re e lo comunicherà al Presidente del Senato. Le scadenze sono variabili in questo caso, ma la nuova data delle elezioni sarebbe tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2023.

Giulia Danieli

Svolgo attività di collaborazione giornalistica per RSI, la Radiotelevisione Svizzera Italiana, e ho partecipato alla redazione e alla produzione dei servizi documentaristici sul crollo del ponte Morandi (“43-Il ponte spezzato”) e sulla truffa dei falsi Modigliani (“Il giallo Modigliani”), entrambi andati in onda su Falò, magazine settimanale di informazione e approfondimento di RSI. Collaboro con vari quotidiani digitali sui temi sanità, salute, ambiente e diritti civili. Ho collaborato per il quotidiano Il Secolo XIX.

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