Questo erbicida ha continuato a essere al centro di studi e dibattiti internazionali. Molti Paesi ne hanno vietato la vendita ai privati per uso casalingo, mentre altri hanno cercato di ridurre gradualmente il suo utilizzo, con l’obiettivo di eliminarlo completamente
Il glifosato è un nome che suscita un dibattito acceso nell’ambito dell’agricoltura e della salute pubblica. Questo erbicida, noto anche con il nome commerciale Roundup quando è stato introdotto dalla multinazionale Monsanto negli anni ’70, è diventato l’erbicida più diffuso al mondo per la sua efficacia e la minore tossicità rispetto ai prodotti concorrenti dell’epoca. Tuttavia, la sua controversa storia è segnata da studi scientifici contrastanti e opinioni divergenti tra le istituzioni internazionali.
Attualmente il periodo di approvazione dell’uso del glifosato nell’UE termina il 15 dicembre 2023. La valutazione del rischio da parte degli Stati membri e la successiva revisione paritetica dell’EFSA sono state eseguite nell’ambito del processo legislativo previsto per il rinnovo dell’approvazione dell’uso del glifosato in Europa.
Lo studio “ritirato” del 2012
Un punto critico nel dibattito sul glifosato è stato uno studio condotto su ratti che sembrava dimostrare la sua cancerogenicità. Questo studio, pubblicato nel 2012, è stato successivamente ritrattato a causa di problemi metodologici e i suoi dati non sono mai stati replicati in studi di alta qualità. Questo fatto ha generato confusione e incertezza riguardo alla sicurezza del glifosato.
IARC: glifosato “probabilmente cancerogeno”
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno” (Gruppo 2A) nel 2015. Tuttavia, altre importanti istituzioni come l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) hanno emesso giudizi più rassicuranti, seppur con misure di cautela, come il divieto di utilizzarlo in aree densamente popolate.
Il glifosato ha continuato a essere al centro di studi e dibattiti internazionali. Molti paesi hanno adottato misure precauzionali, come il divieto della vendita ai privati per uso casalingo, mentre altri hanno cercato di ridurre gradualmente il suo utilizzo, con l’obiettivo di eliminarlo completamente.
Il futuro del glifosato
In sintesi, il glifosato è un erbicida ampiamente utilizzato, ma la sua sicurezza è oggetto di dibattito. Mentre alcuni studi indicano un possibile rischio cancerogeno, altre istituzioni sostengono che sia improbabile che comporti un pericolo significativo per gli esseri umani. Il futuro dell’uso del glifosato dipenderà dalle valutazioni in corso e dalle decisioni dei singoli paesi riguardo alle misure precauzionali da adottare.
Una valutazione approfondita del rischio
La valutazione dell’impatto del glifosato sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente ha recentemente attratto l’attenzione dell’opinione pubblica e dei decisori politici. L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha condotto una revisione paritetica approfondita di questa sostanza attiva ampiamente utilizzata in erbicidi, al fine di valutare il suo rischio potenziale e fornire raccomandazioni per il rinnovo dell’approvazione del suo utilizzo nell’Unione Europea.
Nessuna area di preoccupazione critica
Le buone notizie emergono dalla revisione dell’EFSA: non sono state individuate “aree di preoccupazione critica” riguardo al glifosato. Ciò significa che, sulla base delle prove scientifiche disponibili, non vi sono evidenze convincenti che il glifosato rappresenti un grave rischio per la salute umana, animale o per l’ambiente. Questa conclusione è il risultato di un processo rigoroso di valutazione che ha coinvolto esperti scientifici provenienti da diversi Stati membri dell’UE e che si è svolto nel corso di tre anni.
La valutazione dell’ECHA e la classificazione di pericolo
Un altro aspetto significativo è la valutazione dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA), condotta nel 2022. L’ECHA ha esaminato il glifosato alla luce dei criteri scientifici per la classificazione come sostanza cancerogena, mutagena o reprotossica. I risultati di questa valutazione sono stati fondamentali per la valutazione del rischio dell’EFSA.
Questioni aperte e misure di mitigazione
Tuttavia, nonostante la mancanza di “aree di preoccupazione critica”, ci sono alcune questioni aperte che richiedono ulteriori approfondimenti. Ad esempio, la valutazione di una delle impurità presenti nel glifosato, la valutazione del rischio alimentare per i consumatori e la valutazione dei rischi per le piante acquatiche sono alcune delle questioni rimaste in sospeso.
Biodiversità e ecotossicologia
L’aspetto della biodiversità è stato riconosciuto come complesso dagli esperti, e ciò dipende da una serie di fattori. Inoltre, la mancanza di metodologie armonizzate e specifici obiettivi di protezione concordati ha reso difficile trarre conclusioni definitive su questo aspetto della valutazione del rischio. Tuttavia, i gestori del rischio possono prendere in considerazione misure di mitigazione.
Per quanto riguarda l’ecotossicologia, il rischio a lungo termine per i mammiferi è stato identificato in alcune situazioni, ma è stato affrontato con un approccio conservativo.
La richiesta di non rinnovare l’autorizzazione
Nonostante la valutazione dell’EFSA non abbia identificato preoccupazioni critiche, ci sono ancora preoccupazioni pubbliche riguardo all’uso del glifosato. Alcuni eurodeputati dei Verdi hanno chiesto di non rinnovare l’autorizzazione per l’uso del glifosato nell’Unione Europea, citando anche lacune nei dati e risultati di campionamenti di acque che hanno rilevato tracce di glifosato in alcuni Paesi membri.
La valutazione del rischio del glifosato è un processo complesso
La valutazione del rischio del glifosato è un processo complesso che coinvolge una vasta gamma di aspetti, dalla tossicologia alla biodiversità. Le conclusioni dell’EFSA rappresentano una tappa importante in questo processo, ma dimostrano anche la necessità di ulteriori ricerche e monitoraggi. La sicurezza alimentare e ambientale rimangono questioni cruciali per l’Unione Europea, e il glifosato continuerà a essere oggetto di attenzione e studio nei prossimi anni.
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