L’educazione è un diritto umano fondamentale, sancito da trattati e accordi internazionali, tra cui la Costituzione italiana e la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Il contesto italiano
In Italia, il diritto all’istruzione è garantito dalla Costituzione, che afferma il dovere dello Stato di rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono lo sviluppo completo della persona umana. Tuttavia, nonostante queste disposizioni costituzionali e gli impegni internazionali assunti dall’Italia, il fenomeno della dispersione scolastica continua a essere una sfida significativa.
In Meridione il tasso di dispersione è più alto rispetto al resto del Paese
La dispersione scolastica si riferisce alla situazione in cui gli studenti abbandonano la scuola prima di completare il loro percorso di istruzione obbligatoria. Questo problema è particolarmente rilevante nelle regioni meridionali dell’Italia, dove il tasso di dispersione è più alto rispetto al resto del paese. Ad esempio, in Sicilia, il tasso di dispersione scolastica è il più alto d’Italia per gli studenti delle scuole secondarie di I grado. Secondo dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) relativi al passaggio d’anno 2019-2020, il tasso di giovani che non prosegue gli studi oltre la scuola media è significativo, con un ragazzo su 66 nel Meridione che non prosegue l’istruzione superiore, rappresentando l’1,14% del totale. Questo dato sale all’1,24% se si considerano solo gli studenti maschi e all’1,50% nelle regioni meridionali.
Fattori di dispersione
La dispersione scolastica è il risultato di una serie complessa di fattori, tra cui condizioni personali, familiari e sociali di vulnerabilità, disoccupazione, precarietà economica, povertà materiale ed educativa. Inoltre, l’organizzazione del sistema scolastico e la qualità dell’offerta formativa svolgono un ruolo significativo nel contribuire a questo problema.
La probabilità di abbandonare gli studi è strettamente correlata alle difficoltà scolastiche, che, a loro volta, sono legate alle condizioni socio-economiche familiari. In zone dove c’è povertà, anche educativa, aumenta il rischio di cattivi risultati scolastici. Nel Meridione, ad esempio, il 25,5% dei giovani i cui genitori hanno al massimo la licenza media abbandona la scuola, rispetto al 18,9% del Nord. Anche la professione dei genitori gioca un ruolo cruciale: quando i genitori svolgono lavori non qualificati o sono disoccupati, gli abbandoni scolastici sono più frequenti, con circa il 22%.
La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente complicato la situazione. Secondo la rilevazione di Almadiploma 2023, oltre il 70% dei diplomati del 2022 ritiene che la preparazione attraverso la didattica digitale integrata sia inferiore rispetto all’apprendimento in presenza. Solo una minoranza ritiene che la didattica a distanza sia più efficace.
La dispersione implicita
Inoltre, c’è un altro aspetto chiamato “dispersione implicita,” che riguarda studenti che, pur conseguendo il titolo di studio, non raggiungono i risultati minimi richiesti dalle prove INVALSI. I voti e la promozione dipendono da diversi fattori legati alle decisioni degli insegnanti. La dispersione scolastica implicita è significativa, con una stima media nazionale di circa il 15%.
La fascia d’età tra i 18 e i 24 anni
La situazione è preoccupante anche quando si analizzano i dati relativi ai giovani tra i 18 e i 24 anni senza diploma. Un ragazzo su sei in questa fascia d’età non ha il diploma, mentre la cifra è di una ragazza su dieci. Questi giovani, noti come “early leavers from education and training,” sono ben al di sopra della media europea e lontani dal target del 9% fissato dall’Agenda delle Nazioni Unite per il 2030.
Questo fenomeno è fortemente correlato alla presenza di lavoro minorile in Italia, soprattutto tra i ragazzi delle regioni meridionali, in particolare nella fascia d’età 14-15 anni. È in quest’area che la dispersione scolastica è più pronunciata. La Sicilia è la regione con il tasso di dispersione scolastica più alto per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, mentre per le scuole superiori, i tassi di abbandono sono superiori al 5% in Sardegna e tra il 4% e il 5% in Sicilia e Campania.
Obiettivi di sviluppo sostenibile
Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite riconoscono l’importanza cruciale dell’educazione per il benessere individuale e la prosperità economica. Garantire il successo scolastico diventa quindi un’azione di giustizia sociale e una strategia essenziale per l’occupazione e la crescita economica.
La lotta contro la dispersione scolastica richiede un approccio olistico che vada oltre il sistema scolastico e affronti le cause profonde legate alla vulnerabilità, alla povertà educativa e all’insuccesso scolastico. Questo approccio dovrebbe considerare la crescita umana sin dalla prima infanzia, il contesto familiare e sociale, nonché i servizi educativi e sociali che compongono la rete di supporto alla crescita.
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