Tragedia in corso a Gaza: la fuga disperata dei civili dalla violenza

La Striscia di Gaza è attualmente il teatro di una tragedia umanitaria di proporzioni catastrofiche, con migliaia di persone che fuggono verso la parte meridionale della regione in previsione dell’invasione via terra

Secondo le stime delle Nazioni Unite, “decine di migliaia” di persone hanno abbandonato le proprie case e si sono dirette verso il sud, aumentando ulteriormente il numero già considerevole di oltre 400.000 palestinesi sfollati internamente a Gaza, prima ancora che l’esercito israeliano emettesse un ordine di evacuazione.

Fuoco aereo sui profughi

La situazione è diventata ancora più disperata a seguito dei recenti attacchi aerei. Fonti interne a Gaza hanno comunicato che nel pomeriggio di ieri sono morte in un attacco aereo 70 persone e più di 200 sono rimaste ferite durante il loro spostamento da Gaza nord a sud attraverso Salah al-Din Street, ad est di Gaza City, mentre l’esercito israeliano ha dichiarato di aver condotto le prime incursioni terrestri nella striscia dall’inizio della crisi, e di aver trovato diverse vittime di cittadini israeliani che risultavano dispersi.

Abbandonare le case e un futuro da profughi

La popolazione civile è costretta a fare i conti con la decisione angosciante di abbandonare le proprie case, forse senza poter mai fare ritorno. L’ordine di evacuazione di massa è stato emesso dall’esercito israeliano nelle prime ore di venerdì, aumentando la tensione in una situazione già estremamente precaria. Le autorità di Hamas hanno diffuso messaggi tramite le moschee locali invitando i residenti a rimanere fermi e non abbandonare le loro case, definendo l’ordine israeliano come “propaganda”

Biden: “La stragrande maggioranza dei palestinesi non ha alcuna responsabilità per le azioni di Hamas”

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha sottolineato l’urgenza di affrontare la crisi umanitaria a Gaza e ha fatto notare che la stragrande maggioranza dei palestinesi non ha alcuna responsabilità per le azioni di Hamas, e che questi ultimi avvenimenti hanno portato sofferenza non solo agli aggressori, ma anche a molti innocenti. E se lo dice lui…

Guterres:” Rispettare le norme internazionali”

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha dichiarato che la situazione a Gaza è giunta a un punto molto pericoloso e ha chiesto un immediato accesso umanitario, ribadendo l’importanza di rispettare anche in tempo di guerra le norme internazionali.

Nonostante le richieste di pace e di cessate il fuoco, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che il bombardamento di Gaza rappresenta solo l’inizio della risposta del suo paese, suggerendo che l’escalation potrebbe continuare.

Molti palestinesi intrappolati nella striscia di Gaza hanno cercato di fuggire verso la parte meridionale, ma la situazione si complica a causa della chiusura del passaggio di Rafah verso l’Egitto e delle difficoltà di procurasi cibo, carburante e forniture mediche a causa del blocco israeliano, che è stato definito dalle Nazioni Unite come un crimine di guerra.

Un’evacuazione “logisticamente impossibile”

Le agenzie umanitarie internazionali hanno descritto l’ordine di evacuazione in queste circostanze come “logisticamente impossibile” e hanno sollevato seri dubbi sulle possibilità di sopravvivenza delle persone gravemente malate o ferite, sottolineando che l’ultimatum è praticamente “una condanna a morte”.

Le 12 organizzazioni internazionali presenti a Gaza,  Action Against Hunger – Spain, Diakonia, Handicap International / Humanity & Inclusion, Médecins du Monde- France, Médecins du Monde- Spain, Médecins du Monde- Swiss, Mercy Corps, Norwegian Refugee Council, Oxfam International, Plan International, Save the Children International, War Child UK hanno fatto un appello per chiedere ai leader mondiali e a tutte le forze coinvolte sul campo di dare priorità al salvataggio di vite umane

 Violazione dei diritti umani

Nel testo dell’appello si legge: “Siamo allarmati dalla richiesta fatta da Israele a più di un milione di palestinesi di lasciare il nord di Gaza in meno di 24 ore. Israele deve revocare immediatamente questo ordine, poiché il trasferimento dell’intera popolazione, in tempi così brevi, mette a rischio la vita di coloro che sono costretti a fuggire. Il governo di Israele non ha fornito alcuna garanzia per la loro sicurezza durante il transito o per la sicurezza dei civili rimasti nella Striscia di Gaza, mentre i combattimenti continuano”

E ancora: “Un trasferimento forzato, senza alcuna garanzia di sicurezza o di ritorno e senza provvedere ai bisogni della popolazione, rischia di equivalere a un trasferimento forzato, che è una grave violazione del diritto umanitario internazionale e codificato come crimine di guerra. Israele è tenuto, in base al diritto internazionale, a garantire la protezione di tutte le persone presenti sul posto e ad assicurare loro un supporto adeguato, anche concordando e facilitando i programmi di soccorso”.

Né Hamas né il governo retto Netanyahu sono interessati a mettere fine a questo genocidio

Né Hamas né il governo retto Netanyahu sono interessati a mettere fine a questo genocidio. Entrambi sono facce della stessa medaglia che mira a mantenere lo statuo quo tra Palestina e Israele. Entrambi sanno benissimo che la loro sopravvivenza politica ed economica si basa sulla gestione del terrore e dell’orrore. Anche l’embargo a Gaza ha una valenza economica enorme. I prodotti israeliani entrano nella Striscia a prezzi decuplicati rispetto al loro valore di mercato, perché sono gravati dalle gabelle imposte da Tel Aviv e da quelle imposte da Hamas, grazie a una sorta di accordo paramafioso dove le uniche vittime sono i civili di Gaza.

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