Il bilancio delle vittime sul lavoro in Italia nei primi undici mesi del 2023 rivela una realtà allarmante. Nonostante una leggera diminuzione complessiva degli infortuni mortali rispetto al 2022, alcuni settori e categorie di lavoratori continuano a registrare cifre preoccupanti
I dati generali
Da gennaio a novembre 2023, si contano 968 vittime sul lavoro in Italia, di cui 745 in occasione di lavoro e 223 in itinere. La Lombardia si conferma la regione più colpita, con 123 decessi sul posto di lavoro.
Lavoratori stranieri a rischio
Un aspetto particolarmente critico riguarda i lavoratori stranieri, che presentano un rischio di infortunio mortale più che doppio rispetto ai colleghi italiani. Questa disparità potrebbe essere attribuita a una formazione sulla sicurezza non adeguata, spesso complicata dalla barriera linguistica e culturale.
L’analisi regionale evidenzia una netta suddivisione tra le regioni in “zona rossa” con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale e quelle in “zona bianca” con un indice più basso. Abruzzo, Umbria, Basilicata, Molise, Puglia e Campania emergono come le regioni con la maggiore incidenza di incidenti mortali.
Fasce di età a rischio
La fascia di età più a rischio è quella tra i 55 e i 64 anni, con 272 infortuni mortali su un totale di 745. I giovani tra i 15 e i 24 anni presentano anche un rischio significativo, con 25,3 infortuni mortali ogni milione di occupati.
Il settore manifatturiero si conferma il più colpito dagli infortuni, con 70.161 casi. Le costruzioni seguono da vicino con 139 decessi, mentre il settore dei trasporti e magazzinaggio ne conta 97.
Denunce di infortunio
Nonostante una diminuzione complessiva del 16,8% nelle denunce di infortunio rispetto al 2022, alcune categorie, come la sanità, mostrano un decremento significativo spesso attribuibile all’effetto della pandemia.
Mentre i dati complessivi mostrano una lieve riduzione degli infortuni mortali, è essenziale concentrarsi su aree critiche come la formazione dei lavoratori stranieri e le fasce di età più a rischio. La sicurezza sul lavoro rimane una sfida cruciale per l’Italia, e un approccio integrato e mirato è necessario per invertire questo trend preoccupante.
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