In contrasto con le crescenti tensioni nel teatro libanese che destano preoccupazioni per un possibile aumento delle ostilità tra Israele e Hamas a Gaza, un altro fronte di crisi si apre in Mar Rosso
I ribelli Houthi continuano i loro attacchi alle imbarcazioni commerciali, sollecitando risposte immediate dalla coalizione internazionale composta da Australia, Bahrein, Belgio, Canada, Danimarca, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti.
Importanza della rotta commerciale in Mar Rosso
Il canale di Suez gestisce circa il 12% del commercio mondiale ed è accessibile alle navi provenienti dall’Asia attraverso lo stretto di Bab-el-Mandeb, largo circa 30 km. Circa la metà delle merci trasportate attraverso il canale è costituita da beni in contenitori. Questa rotta è anche vitale per le spedizioni di petrolio dal Golfo Persico verso l’Europa e il Nord America. Deviare le spedizioni attorno al Capo di Buona Speranza, a causa degli attacchi Houthi, aggiunge circa 3.000-3.500 miglia nautiche (6.000 km) ai viaggi che collegano l’Europa all’Asia, prolungando di circa 10 giorni la durata del viaggio con la prospettiva allungare i tempi di spedizione e consegna nei porti del Regno Unito e dei principali hub europei come Rotterdam, Anversa e Amburgo.
Petrolio, cereali e gas
Tra i beni che attraversano questo vitale passaggio, si contano l’8% del commercio globale di cereali, il 12% del petrolio scambiato via mare e l’8% del gas naturale liquefatto. Lo Stretto di Bab el-Mandab, estendendosi verso nord fino al Mar Rosso e dal Canale di Suez al Mediterraneo, si configura come uno dei “colli di bottiglia” più importanti delle rotte internazionali, insieme agli Stretti di Hormuz e Malacca.
Impatto sui prezzi dei carburanti
La principale preoccupazione si concentra sui potenziali impatti sui prezzi dei carburanti, dato che l’area coinvolta rappresenta uno snodo cruciale tra Europa e Asia. Attualmente, il 20% delle navi portacontainer globali, secondo l’International Chamber of Shipping, sta evitando il Mar Rosso, preferendo la rotta attorno al Capo di Buona Speranza, al sud dell’Africa.
Le nuove e costose rotte
Le navi portacontainer deviate attorno al Capo di Buona Speranza, all’estremità meridionale dell’Africa, devono allungare di migliaia di miglia le rotte e questo porterà a un aumento dei costi di spedizione dall’Asia all’Europa, con la prospettiva di un nuovo shock inflazionistico per l’economia mondiale.
La Situazione nel Mar Rosso
I ribelli yemeniti Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno intensificato notevolmente la loro campagna di attacchi, almeno 17, quasi tutti senza successo, contro obiettivi presumibilmente legate a Israele o ai suoi alleati, nello stretto di Bab-el-Mandeb tra la penisola arabica e il Corno d’Africa sin dal novembre scorso, in risposta ai bombardamenti israeliani su Gaza.
Houthi colpiti da elicotteri americani
Gli attacchi sono aumentati ulteriormente nell’ultima settimana provocando la reazione delle marina americana che ha inviato elicotteri per respingere un attacco a una nave di proprietà di Maersk che sospenderà tutti i movimenti di merci attraverso l’area fino a nuovo avviso; lo stesso farà anche la compagnia di navigazione tedesca Hapag-Lloyd.
Il portavoce degli Houthi, Yahya Sarea, ha ribadito che gli attacchi continueranno finché non arriveranno aiuti a Gaza.
Ha anche lanciato un avvertimento agli Stati Uniti, dichiarando che “nessun attacco americano passerà senza una risposta o una punizione”.
Il ruolo dell’Iran
Le accuse degli Stati Uniti riguardo al presunto sostegno dell’Iran agli Houthi sono state respinte da Teheran. Tuttavia, non si sa come l’Iran potrebbe rispondere in caso di prolungati attacchi aerei contro gli alleati yemeniti. La situazione nel Mar Rosso aggiunge una nuova complessità della guerra in corso perché né l’Arabia Saudita né altri paesi arabi, nonostante siano stretti alleati degli Stati Unitiì, hanno aderito alla coalizione navale, fatta eccezione per il Bahrein.
La mancanza di un’adesione unanime alla coalizione rappresenta un elemento preoccupante, poiché la regione si trova sull’orlo di un precipizio che potrebbe far sgretolare rapidamente il fragile equilibrio del Medio Oriente.
Possibile impatto sull’inflazione
Riorganizzare le rotte delle navi potrebbe costare fino a 1 milione in più di dollari in carburante per ogni viaggio di andata e ritorno tra l’Asia e l’Europa, con l’innalzamento degli oneri assicurativi e con l’aumento dei costi di spedizione. Le petroliere che trasportano diesel e carburante per jet dal Medio Oriente e dall’Asia vengono deviate, mentre le spedizioni di container di beni di consumo, materie prime, abbigliamento e alimenti subiscono inevitabili ritardi.
Tajani: “Mi auguro che non ci siano delle ricadute sui costi dell’energia”
Il Ministro e Vicepremier Antonio Tajani, nel merito del rischio di aumenti tariffari ha dichiarato che “c’è soltanto un pericolo in questo momento. Mi auguro che non ci siano delle ricadute sui costi dell’energia per la situazione del Mar Rosso. Noi stiamo difendendo anche con la nostra Marina militare la libera circolazione delle navi dove i ribelli dello Yemen Huthi, amici dell’Iran, stanno attaccando le navi mercantili creando dei problemi.
Questo potrebbe provocare un aumento dei costi, e quindi c’è grande preoccupazione.
Per quello ieri l’Italia, insieme agli Stati Uniti, al Canada, alla Germania, alla Nuova Zelanda, all’Australia e al Giappone, ha fatto una dichiarazione per dire basta attacchi alle navi mercantili, perché il libero commercio, la libera navigazione è un principio sancito dal diritto internazionale”.
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