Open Arms, Salvini: “Rischio 15 anni ma testa alta”

Oggi il leader della Lega sarà sentito come testimone nell’aula bunker dell’Ucciardone. È imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. Tutte le tappe della vicenda

Palermo – Matteo Salvini è arrivato nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo dove oggi sarà sentito come testimone nell’ambito del processo Open Arms che lo vede imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito lo sbarco dei migranti salvati dalla nave dell’ONG spagnola a Lampedusa, nell’agosto del 2019, quando era ministro dell’Interno nel primo governo Conte.
Ad accompagnarlo l’avvocata Giulia Bongiorno.

Il fondatore di Open Arms: le azioni di Salvini sono state personali

“Dal processo mi aspetto che sia fatta giustizia e che Matteo Salvini risponda alle conseguenze delle sue azioni perché sono state personali”.
Così il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, ai giornalisti prima dell’udienza nell’aula bunker dell’Ucciardone.

L’affaire Open Arms

Era il 20 agosto 2019 quando il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, dispose il sequestro preventivo della nave Open Arms e l’immediato sbarco dei migranti a bordo. L’equipaggio della ONG spagnola e 100 persone soccorse in acque SAR libiche, infatti, erano bloccate sulla nave da venti giorni in attesa di sbarcare in un porto sicuro.
Patronaggio, parlando “di situazione esplosiva”, raggiunse subito Lampedusa con un elicottero della Guardia costiera per procedere all’ispezione della nave da dove gli immigrati continuavano a gettarsi in mare, sperando di riuscire a raggiungere la costa.
Il giorno stesso del suo arrivo, il ministero della Difesa spagnolo annunciò che la nave militare Audaz era diretta verso l’Italia per recuperare i migranti e portarli a Maiorca, nelle Baleari. Alla fine la nave attraccò a Lampedusa dove, al momento dell’ormeggio in porto, i migranti cominciarono a cantare “Bella ciao”.

Le tappe dell’inchiesta

Il 29 agosto 2019, il gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, convalidò il sequestro. Secondo il capo dei PM, la mancata evacuazione della nave della ONG spagnola, che aveva salvato due gruppi di migranti, avrebbe messo a rischio “la sicurezza dei migranti a bordo, dell’equipaggio e delle stesse forze di polizia impegnate a garantire la sicurezza in mare”.
La nave venne poi restituita alla ONG perché per il giudice “dopo l’evacuazione e il soccorso dei migranti non sussistono esigenze probatorie, anche in considerazione del fatto che non si ascrive all’organizzazione e all’equipaggio alcuna responsabilità”.

A metà novembre dello stesso anno, l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini venne iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento, e le carte trasmesse a Palermo. Il 29 novembre, la Procura di Palermo inviò gli atti relativi al procedimento a carico di Salvini al Tribunale dei Ministri.

Il primo febbraio 2020, il tribunale di Palermo chiese al Senato l’autorizzazione a procedere. A carico dell’ex ministro, l’accusa di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio in concorso. Il 26 maggio la Giunta per le immunità del Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere mentre il responso definitivo dell’Aula, che ha aperto le porte al processo, è arrivato il 30 luglio 2020.

Iniziano le udienze preliminari a Palermo, alla quarta il Gup ha emesso il suo verdetto: Matteo Salvini andrà a giudizio. È il 17 aprile 2021.

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