Salvini rivendica una politica collegiale che prevedeva il coinvolgimento delle istituzioni europee e che ebbe inizio con la vicenda della nave Aquarius e proseguì con la Diciotti
Palermo – “Vorrei fare alcune precisazioni prima di rispondere alle domande. Ho ricostruito tutta la vicenda dall’insediamento del governo per chiarire che nel programma della maggioranza c’era una politica chiara e condivisa sulle politiche migratorie. Dal caso dell’Acquarius nel 2018 dove con soddisfazione non demmo un Pos e la nave andò in Spagna, passando al caso della Diciotti in cui intervennero il presidente del Consiglio Conte e il ministro Toninelli che furono concordi nel sottolineare che si trattava di un successo delle politiche migratorie condivise”.
Lo ha detto Matteo Salvini nelle dichiarazioni spontanee che hanno preceduto il suo interrogatorio al processo Open Arms che si sta celebrando nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone a Palermo dove è imputato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito, quand’era ministro dell’Interno, lo sbarco dei migranti salvati dalla nave dell’ong spagnola.
Salvini ha aggiunto: “Nel caso della Sea Watch il collega Toninelli rimproverò l’ONG di non aver atteso l’intervento della guardia costiera libica. Tutto questo per ribadire che le azioni avevano tutte un filo logico che ricalcava le scelte politiche sulla questione migranti”.
Il ministro delle Infrastrutture ha parlato della politica sull’immigrazione seguita dal Governo giallo-verde “per chiarire – ha spiegato – che nella maggioranza c’era una politica condivisa sulla gestione dei fenomeni migratori che prevedeva il coinvolgimento delle istituzioni europee”.
Lo dimostrerebbero le prese di posizione, alcune citate dal leader leghista, dell’allora premier Conte e dei ministri Di Maio e Toninelli che rivendicarono come collegiali le decisioni prese, “avendo come priorità la salvaguardia della vita umana”.
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta