Omicidio Regeni: si apre a Roma il processo a 007 egiziani

“Una giornata molto importante”. Così i genitori di Giulio Regeni, mentre entrano nel tribunale di Roma dove oggi è in programma la prima udienza del processo

Roma – Inizia questa mattina, davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma, il processo ai quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso a Il Cairo, in Egitto, nel 2016. Alla sbarra ci sono quattro agenti della National Security: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. I quattro sono imputati per il reato di sequestro di persona pluriaggravato. Al solo Magdi Ibrahim Abdelal Sharif e’ contestato anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato. “Oggi e’ una giornata molto importante”, hanno detto Claudio e Paola Regeni, i genitori di Giulio, prima di entrare a piazzale Clodio per la prima udienza.

“Una giornata molto importante”. Così i genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, entrando nel tribunale di Roma dove oggi è in programma la prima udienza del processo a carico di quattro 007 accusati del sequestro e omicidio del ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016. Fuori dalla cittadella giudiziaria molte persone per offrire sostegno ai familiari. Esposto lo striscione con la scritta ” Verità per Giulio Regeni“.

Rapito dai servizi egiziani perchè scambiato per una spia

Giulio Regeni, 28 anni, che si trovava in Egitto per svolgere un dottorato sui sindacati di base egiziani per conto dell’Università di Cambridge, una questione politicamente molto sensibile, è stato rapito nel gennaio 2016. Il suo corpo è stato trovato nove giorni dopo, abbandonato alla periferia della capitale egiziana, presentando segni estesi di tortura.

I giudici italiani hanno annullato il primo processo il giorno dell’apertura nel 2021 perché i pubblici ministeri non erano riusciti ad informare ufficialmente i quattro sospetti delle procedure a loro carico. Ma la Corte costituzionale ha stabilito a settembre che il caso potesse andare avanti anche in loro assenza, e il nuovo processo si aprirà martedì a Roma.

I quattro imputati sono stati identificati nei documenti del tribunale originale come il Gen Tariq Sabir, i Colonnelli Athar Kamel e Uhsam Helmi, e il Maggior Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Tutti affrontano accuse di sequestro di persona, e Sharif è accusato anche di aver inflitto le ferite letali.

Accusati irreperibili

Come nel 2021, non parteciperanno al processo. “Sono assolutamente irreperibili”, ha detto la difesa avvocato Tranquillino Sarno, nominato dal tribunale per rappresentare Kamel, la scorsa settimana.

Per questo motivo, ha detto, anche se fossero condannati, “certamente non sconterebbero le loro condanne”. Gli investigatori ritengono che Regeni sia stato rapito e ucciso dopo essere stato scambiato per una spia straniera. La madre di regeni ha detto che il corpo del figlio era così brutalmente mutilato che lo ha riconosciuto solo per la “punta del naso”.

Una commissione parlamentare italiana ha stabilito nel dicembre 2021 – settimane dopo che il primo processo era stato annullato – che l’agenzia di sicurezza dell’Egitto era responsabile della morte di Regeni,  accusando il sistema giudiziario egiziano di agire in modo “ostacolatorio e apertamente ostile” non divulgando il luogo in cui si trovavano i sospettati.

Nel dicembre 2020, tutti e quattro i sospetti, così come un quinto, sono stati scagionati dalla responsabilità dell’omicidio di Regeni dal pubblico ministero egiziano, che ha dichiarato di voler archiviare il caso.

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

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