Nel complesso scenario geopolitico del Medio Oriente, gli Houthi stanno emergendo come una forza da non sottovalutare, e definirli semplicemente “ribelli” è un errore
Dagli scontri con il regime di Ali Abdullah Saleh alle proteste popolari contro i tagli ai sussidi del carburante, gli Houthi hanno costantemente guadagnato importanza intervenendo in situazioni di crisi per rafforzare la propria posizione.
La loro recente presa di controllo del Mar Rosso li ha resi protagonisti indiscussi della scena regionale, mentre le loro azioni guadagnano popolarità tra gli abitanti dello Yemen e del Medio Oriente.
In un’epoca in cui l’asse della resistenza guidato dall’Iran sembra non più sufficiente a ssostenere le loro ambizioni, gli Houthi stanno costruendo e promuovendo il proprio “marchio” con una strategia chiara che vede il mar Rosso come espansione della loro influenza nella Regione.
L’appoggio alla causa palestinese e le posizioni nettamente antiamericane hanno aumentato sensibilmente la loro influenza militare e geopolitica e hanno funzionato anche come catalizzatore di molti gruppi islamici che vedono nell’azione degli Houthi un’alternativa al tradizionale ruolo dell’Iran.
Dimostrando capacità comunicative non scontate, e utilizzando gli slogan e i simboli anti-Israele e anti-USA già presenti nella galassia iraniana, gli Houthi stanno aumentando la loro rilevanza all’interno dell’asse di resistenza creato da Teheran, definendosi come il principale collante della costellazione legata all’Iran.
L’alleanza con l’Iran ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo delle capacità militari degli Houthi e nella loro identità regionale. Grazie al supporto iraniano e al rapporto con Hezbollah, gli Houthi sono diventati una forza temibile, capace di sfidare con determinazione gli interessi americani e israeliani.
Come già accennato, gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso hanno generato una nuova fase di instabilità nel conflitto in corso nello Yemen e hanno ampliato i centri di gravità del conflitto, ma hanno anche evidenziato la crescente popolarità e accettazione degli Houthi nel mondo arabo e islamico.
A livello interno, gli Houthi cercano di sfruttare il conflitto in corso a Gaza per rafforzare il loro ruolo nel mondo islamico ma la loro gestione del territorio sotto il loro controllo sta affrontando sfide crescenti, compresa la repressione della dissidenza e la mancanza di servizi pubblici.
Questa disconnessione tra la narrazione propagandistica degli Houthi e la realtà sul terreno potrebbe la loro legittimità sia internamente che a livello internazionale, oltre ad offrire il fianco a infiltrazioni esterne che potrebbero, se già non lo fanno, finanziare la resistenza interna.
È in questo contesto che gli Houthi hanno attaccato una nave commerciale e diversi cacciatorpediniere statunitensi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden.
Lo ha affermato il rappresentante militare del movimento, Yahya Saria sul canale televisivo Al Masirah di proprietà degli Houthi: “La Marina yemenita ha effettuato due operazioni militari di alto livello, durante le quali ha attaccato la nave statunitense Propel Fortune con missili antinave nel Golfo di Aden, e ha anche attaccato diversi cacciatorpediniere statunitensi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden utilizzando 37 droni. Entrambe le operazioni hanno raggiunto con successo i loro obiettivi”.
Il portavoce ha inoltre sottolineato che gli Houthi continueranno ad attaccare le navi nel Mar Rosso finché non cesseranno i combattimenti nella Striscia di Gaza.
Anche i francesi sono impegnati a intercettare i droni Houthi. Una nave da guerra francese e aerei da combattimento hanno distrutto quattro droni da combattimento provenienti dallo Yemen e con l’obiettivo di colpire il mercantile True Confidence, battente bandiera delle Barbados, e reduce da un attacco il 6 marzo scorso”.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.