Le indagini, durate otto anni, avevano documentato un intenso utilizzo di materiale bellico – missili, razzi e artiglieria pesante – che ha devastato la Penisola Delta
Cagliari – Assolti perché il fatto non sussiste. Questa è la sentenza emessa ieri dal tribunale di Cagliari nei confronti dei generali accusati di disastro ambientale colposo nel processo sugli inquinamenti causati dal poligono militare di Capo Teulada.
Cinque gli imputati: Danilo Errico, Domenico Rossi, Sandro Santroni e Giuseppe Valotto, predecessori di Claudio Graziano, ex Capo di Stato Maggiore e presidente di Fincantieri che si è tolto la vita lo scorso 17 giugno e per questo era già stato prosciolto.
Ieri la seconda sezione penale ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura senza avviare il dibattimento. Durante l’udienza preliminare, il pm Emanuele Secci aveva già chiesto l’archiviazione per tutti, ma il giudice Giuseppe Pintori aveva deciso comunque per il rinvio a giudizio.
Le indagini, iniziate circa 8 anni fa, si concentravano sull’interpretazione di un decreto del Ministero della Difesa datato 2009. Questo decreto stabiliva le procedure per il recupero, il riciclo e lo smaltimento dei materiali usati durante le esercitazioni militari e la successiva bonifica dei siti.
La difesa ha sostenuto che il decreto non fosse applicabile al momento dei fatti contestati.
Il giudice Giovanni Massidda, che ha pronunciato la sentenza di ieri mattina, ha accolto la tesi dell’Avvocatura generale.
Eppure, la Procura della Repubblica aveva rilevato un grave stato di devastazione nella Penisola Delta, un’area di tre chilometri quadrati situata all’interno del poligono di Teulada. Tra il 2008 e il 2016, in questa zona sono stati sparati 860.000 colpi di addestramento e 11.875 missili, per un totale di 556 tonnellate di materiale bellico.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.
Grazie a Dio non sono pochi i giornalisti come lei, che svolgono con coscienza la loro professione.
In tempi di minacce alla libera informazione, riconosciuta dalla Carta Costituzionale legge bavaglio, assurdità palesi dei commenti a latere del ministro Nordio, Intelligenza artificiale, compattamento di testate prima indipendenti, sofferenza dell’ accuratezza delle notizie, salvo le nobili eccezioni, acquisto di testate da parte di non editori. Chiuderei con la necessità x alcuni di accettare di vivere sotto scorta, cosa che accade anche ai giovani, a volte solo pubblicisti pagati a cartella. È davvero un compito difficile.
È di ieri però la pronuncia dell’ Europa, -per altri versi inadempiente e divisa, dopo il quasi unanime x l’ Europarlamento, ma divisivo per i paesi membri fra cui l’ Italia, insediamento di Von der Leyen -in commissione contro l’ intero contenuto del dl Nordio, la separazione delle carriere, la riforma del premierato, con una serie di rilievi che profilano il rischio concreto di perdita ulteriore di strumenti per il buon governo d e la democrazia.
Cortesi saluti
Margherita Ferrara