“Custodire la bellezza per evitare che gli invisibili lo diventino del tutto”. Una testimonianza dei Frati Minori che operano al CEP

Genova “La vista dell’orizzonte, al CEP, è magnifica. Non lo è altrettanto l’orizzonte di vita, spesso angusto, senza un senso e senza futuro”.
Ci spiega così frate Maurizio, dell’Ordine dei Frati Minori di N.S. degli Angeli a Voltri, le difficoltà di chi vive in un quartiere come il CEP, di chi è stato accompagnato dalle istituzioni in questo passo di ottenere un alloggio perché rientrava nei numeri dell’emergenza abitativa ma poi, una volta trasferito nel quartiere, nel giro di pochi anni o di pochi mesi si trasforma in moroso e perde i suoi diritti.
Un passaggio pesante per le persone che hanno un’impossibilità reale e che le lettere di sfratto, un atto certamente dovuto per chi non paga l’affitto, trasforma in invisibili.
Perché gli invisibili sono anche quelle persone che smettono di aver rapporti con gli enti pubblici per paura. Perché una lettera di sfratto, per chi si trova in difficoltà psicologica, è distruttiva.
È proprio così che “la fiducia che si accende, si spegne subito”, continua frate Maurizio.

Poi c’è l’incertezza di chi alla speranza di mettere radici non cede mai, l’incertezza di chi campa da precario con la consapevolezza di vivere un’eccezione, e che tutto potrebbe cambiare da un momento all’altro: “Abbiamo conosciuto persone che non avevano mai disfatto le valigie, in trent’anni”.
Sono parole dure quelle di frate Maurizio che denunciano come “purtroppo, tra noi umani, la ghettizzazione è un processo naturale”.
Si può fare qualcosa?
“Custodire la bellezza, non solo quella dei panorami. Evitare che gli invisibili lo diventino del tutto, col suicidio o perché vengono ritrovati morti in casa, soli, dopo settimane”.

Simona Tarzia

La testimonianza dei Frati Minori al convegno di ieri – “Pensare la città nel mondo globale” –   organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio al PalaDiamante di Begato

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.

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