Genova – “Non mi risulta che l’ammiraglio Pettorino abbia dichiarato che i depositi chimici sotto la Lanterna siano incompatibili con la navigazione, in contrasto con quanto scritto dall’ammiraglio Melone suo predecessore che, nel 2013, ci ha detto che l’area in calata Concenter era idonea, solo non si potevano attraccare le navi lungo l’asse del canale ma unicamente dentro la calata ”.
Ci risponde così, a margine della sua audizione in Commissione Territorio e Ambiente del Municipio Centro Ovest, Alessandro Gentile, amministratore delegato di Superba, che ribadisce la sua posizione nonostante gli venga ricordato come, l’allora assessore regionale allo Sviluppo economico e Imprenditoria Edoardo Rixi, in un incontro con le Officine Sampierdarenesi avesse rimarcato la contrarietà propria e del Commissario dell’Autorità Portuale di Genova.
Durante il colloquio in Regione, venne sottolineato che la vicinanza tra il porto petroli, il porto passeggeri e quello commerciale sarebbe stata eccessiva, così come sarebbero stati insufficienti gli spazi di manovra per le navi.
“No, non sono incompatibili i depositi sotto la Lanterna”, assicura, invece, Gentile sulla base di uno studio realizzato dalle stesse aziende interessate allo spostamento: “Questo in base a un nostro studio, ma che ripeto deve essere sicuramente validato e autorizzato dagli enti preposti che sono enti tecnici: vigili del fuoco, capitaneria, rappresentanti dell’Arpa e di tutte le altre organizzazioni che rientrano sia nelle normative di VIA che di legge Seveso. Noi siamo assai distanti dalla stessa Lanterna”.
La distanza dal Museo della Lanterna, ci conferma Gentile, è di “oltre cento metri”.
Sarebbero davvero sufficienti in caso di incidente, visto il possibile effetto domino che si potrebbe creare tra i vari serbatoi?
“Non c’è nessun rischio, nemmeno per i turisti”ribadisce Gentile che puntualizza: “Non lo presenteremmo. Tutto questo è stato affermato anche da uno studio tecnico, commissionato nel 2014 da Autorità Portuale e poi recepito, e che è alla base del preliminare di VAS che ha fatto già l’azione di scoping previsto dalla norma”.
Nessun rischio dunque secondo l’amministratore delegato che tiene a precisare: “Quindi non è una posizione solo nostra. È una posizione che è partita da una decisione altrui, a frutto di una decisione non politica ma esclusivamente tecnica”.
Al momento tutto è in mano all’Autorità di Sistema Portuale che valuterà l’idoneità del sito. Solo allora le aziende avranno la titolarità che consentirà loro di iniziare l’iter burocratico di presentazione di un progetto.
Quanto al problema del trasporto di queste sostanze, tra le quali ricordiamo c’è anche il metanolo che è altamente infiammabile, e dell’ipotesi di utilizzo della tratta Campasso-Santa Limbania che passa vicino al liceo Fermi e in mezzo alle case, Gentile se ne tira fuori: “Personalmente non lo so. Ci siamo dichiarati disponibili a potenziare la ferrovia quindi a fare tutto il raccordo, le pensiline, tutto a spese nostre, ma se c’è un problema di dove passano i carri ferroviari non è mio, ci sarà chi dovrà autorizzare a quel passaggio piuttosto che da un’altra parte”, quindi conclude: “Fuori dal nostro cancello del terminal non siamo noi il vettore ferroviario”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.
Trovo la cosa veramente di un ipocrisia altissima. Il negare che tutti noi utilizziamo ogni giorno la nostra autovettura, che per muoversi utilizza derivati dal petrolio. Oppure, che utilizziamo aerei o navi per le nostre vacanze. Che non vediamo che sotto la Lanterna ci sono già dei depositi e che, in quanto area commerciale e non civile, in quell’area non ci potrà mai essere un parco divertimento o il terminal della Costa, a meno che, non cambino l’attuale regolamento portuale e alcune Leggi. Cosa facciamo allora? Per alcuni facciamo una deroga all’inquinamento e ad altri no? Il problema ed è per quello io sono contrario alla nuova dislocazione sotto la Lanterna e, a prescindere sul nostro Municipio, che non deve passare che ciò che non va bene ad altri, possa venire messo qui sul nostro territorio. Tutti gli altri discorsi sono fatti solo per imbonire la gente. In primo i depositi non sono dei petrolchimici. Sono 2 cose distinte e separate. I depositi non possono rilasciare sostanze, perché sono a circuito chiuso, anche perchè il prodotto deve rimanere “puro”, fosse anche che sia acqua minerale. Non ci può essere contatto con l’esterno. Basterebbe aggiornarsi e leggere, prima di sparare a zero. Comunque: NO! Sappiamo vero che abbiamo già 4 depositi a rischio rilevante sotto la Lanterna? di questi nessuno ha parlato. Perchè?
Già ci sono, è vero. Perché aggiungerne altri aumentando il rischio? Come verranno trasportate queste sostanze? Viareggio è un posto famoso per le sue spiagge per il carnevale, ma non solo.
Da Genova Quotidiana, leggo e pertanto desumo che l’AD Gentile abbia memoria corta:
Polo petrolchimico sotto la Lanterna, Rixi e Pettorino dicono no: “Poca sicurezza per la navigazione”
10 febbraio 2016 GenovaQuotidiana
Un netto no al polo petrolchimico sotto la Lanterna di Genova: questa volta a dirlo non sono solo le Officine Sampierdarenesi, ma anche l’assessore allo sviluppo economico della Regione Liguria Edoardo Rixi, forte del parere positivo del Commissario dell’Autorità Portuale di Genova e Comandante della Capitaneria di Porto di Genova Ammiraglio Giovanni Pettorino. Alla base di questo nuovo capitolo di un trasferimento che aveva destato più di un mal di pancia è la scarsa sicurezza che ne deriverebbe dal punto di vista della navigazione: la vicinanza tra il porto petroli, il porto passeggeri e quello commerciale sarebbe eccessiva. Anche gli spazi di manovra per le navi in quella parte di porto sarebbero insufficienti e inadatti per essere eseguiti in sicurezza. L’intesa con Regione, Capitaneria di porto e Autorità Portuale è stata sancita al termine di un lungo incontro avvenuto tra i rappresentanti delle “Officine Sampierdarenesi” e l’assessore Rixi. Ma non è questo l’unico punto di cui si è discusso, i problemi di Sampierdarena sono molti. Negli uffici della Regione Liguria si è discusso anche di Lungomare Canepa: Rixi si è reso disponibile a convocare un tavolo con tecnici, commercianti e cittadini per avanzare l’alternativa al transito del traffico pesante con l’utilizzo del by-pass in area portuale. Anche il commercio è stato al centro della discussione, infatti, la debolezza dei patti d’area presentati dal Comune di Genova richiedono – secondo le Officine Sampierdarenesi – il rafforzamento dello strumento ponendo più vincoli sui settori di attività da inserire nelle porzioni di territorio interessate. Rixi ha ipotizzato un incontro con i commercianti per ridiscutere il tema e valutare l’applicabilità dei patti d’area nel quartiere del ponente cittadino. Sul tavolo anche la questione irrisolta dei voltini ferroviari di via Buranello e la difficile situazione in cui versa il Teatro dell’Archivolto, con la richiesta di aiuto alla Regione per uscire dalla crisi fino al 2018, anno in cui è prevista la fusione con il Teatro Stabile.