Roma – “Sono passati nove mesi dal gravissimo incidente ambientale causato dalla IPLOM a Fegino (tra il ponente genovese e la Valpolcevera, N.d.A.) e ancora non sono partiti i lavori di bonifica sul territorio. Risulta inoltre poco chiaro di chi dovrebbe essere la competenza delle suddette opere. Ho chiesto, pertanto, al Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti se non ritenga necessario fare chiarezza sui reali motivi del ritardo e procedere immediatamente, secondo il codice ambientale, mettendo in atto tutte le procedure per la bonifica e il ripristino della situazione antecedente al disastro” (QUI il testo dell’interrogazione parlamentare).
Lo dichiara Stefano Quaranta, deputato di Sinistra Italiana, rispondendo all’appello dei cittadini della Valpolcevera che qualche giorno fa avevano denunciato sulla stampa la drammatica situazione in cui sono costretti a vivere dallo scorso aprile quando a causa della rottura di un tubo della IPLOM sono stati sversati 680 mila litri di greggio nei rivi Fegino e Pianego.
“Capisco perfettamente che ci siano dei tempi tecnici – continua il deputato genovese – ma bisogna anche tenere presente che il greggio si trova in una area densamente popolata dove sono presenti abitazioni e scuole, è pertanto necessario procedere con la massima urgenza seguendo le prescrizioni del Codice ambientale e quanto indicato dall’Arpal. Mi auguro infatti che IPLOM capisca che è prioritario attivare quanto prima il piano di ripristino ambientale e non perda altro tempo. Purtroppo siamo di fronte a un disastro gravissimo – conclude Quaranta – il territorio va risanato avviando al contempo un monitoraggio sanitario a garanzia dei cittadini che vi abitano. Ad oggi tutto questo non è stato fatto”.
Prevista per sabato 28 gennaio una manifestazione di protesta davanti agli uffici IPLOM di Fegino contro la richiesta dell’azienda di spostare il controllo sulle operazioni di bonifica direttamente al Ministero.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.