Pavia – Il 3 gennaio 2018 andò in fiamme un vecchio capannone nel Comune di Corteolona e fu subito chiaro agli investigatori e ai Vigili del Fuoco che l’incendio sarebbe stato difficile da domare in poche ore. Nell’arco della notte andarono a fuoco rifiuti compattati e plastica che in quel capannone erano stati stoccati a più riprese e per molto tempo. Nonostante il capannone fosse inutilizzato da anni i cittadini raccontarono di un’anomala movimentazione di mezzi pesanti e una prima ipotesi degli investigatori si concentrò sulla possibilità di aver scoperto una discarica abusiva di considerevoli dimensioni.
Questa mattina i Carabinieri Forestali del Gruppo di Milano e di Pavia e della Compagnia Carabinieri di Stradella (PV) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano nei confronti di 6 persone, 5 italiani ed un rumeno, di età compresa tra i 40 ed i 55 anni, ritenuti i responsabili, a vario titolo, dei reati di incendio doloso, gestione illecita di rifiuti, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti.
Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, in collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, hanno permesso di individuare l’organizzatore, che si occupava di smaltire illecitamente i rifiuti, il trasportatore, che realizzava trasporti illeciti nel capannone di Corteolona, i titolari di impianti compiacenti dai quali i rifiuti provenivano ed infine anche gli esecutori materiali dell’incendio.
Sono state altresì eseguite perquisizioni presso 4 impianti di trattamento rifiuti nelle province di Milano, Monza e Como e sequestrati, ai fini della confisca, due automezzi utilizzati per la realizzazione del traffico di rifiuti.
Le indagini sono state avviate quando i Carabinieri della Stazione di Corteolona e Genzone (PV), durante i servizi di controllo del territorio, notavano l’andirivieni di camion in un terreno di quel centro abitato. Tale situazione, opportunamente monitorata, consentiva di accertare lo stoccaggio abusivo di rifiuti, ipotizzandone il traffico illegale. In tale quadro, venivano avviate attività tradizionali e tecniche coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia e condotte dal Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e dalla Compagnia di Stradella i cui esiti, a seguito dell’incendio che interessava il capannone ove erano stoccati i rifiuti, venivano condivisi con la Procura Distrettuale Antimafia di Milano e con il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Milano. La disinvoltura con la quale agivano gli indagati emerge chiaramente da un messaggio whatsapp riferito a una “torta appena ritirata in cui si era abbondato al centro con il liquore“ mandato dall’incendiario al mandante appena un’ora dopo aver appiccato il fuoco rinvenuto attraverso una perizia tecnica sull’apparecchio.
L’incendio del capannone è stato l’ultimo tassello di un più ampio piano criminoso che ha visto coinvolti gli indagati e che comprendeva l’illecito smaltimento di rifiuti provenienti da impianti di trattamento già saturi ed interessati allo “svuotamento”, il trasporto abusivo presso il capannone di Corteolona appositamente preso in affitto ed infine l’incendio dello stesso per distruggere le tracce di quanto accaduto.
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