Genova – Non ci sta Gianni Pastorino, capogruppo di Rete a Sinistra in Regione Liguria, ad essere raggruppato ad Articolo 1 Mdp: “Auguro al Movimento di avere un percorso assolutamente positivo ma ho fatto un’altra scelta, di stare in questi anni in Rete a Sinistra e poi aderire, come partito nazionale, a Sinistra Italiana. Mi sembra che questo nuovo soggetto non faccia scelte di campo, anche rispetto al governo PD di questa città che non è stato in grado di rappresentare i cambiamenti della società. Il fatto che si esca da questo partito ma poi si resti nello stesso bacino elettorale la trovo una scelta deludente che non condivido”.
Pastorino si dissocia anche dalla possibilità di convergere su un candidato Sindaco comune perché: “Nel momento in cui si sta insieme senza una base programmatica e senza un’azione di governo che possa essere condivisa in fase di elaborazione e successivamente nella fase di attuazione, si consegna questa città alla Destra e ai Cinquestelle”.
Alla riunione costitutiva di Articolo 1, che si è svolta lunedì scorso al Cap di via Albertazzi, erano presenti alcuni esponenti di Rete a Sinistra che si sono dati disponibili a mettere a disposizione tutto il lavoro di ascolto del territorio che la Rete ha fatto in questi mesi.
Una posizione che fa discutere: “Per quanto mi riguarda la Rete non è a disposizione – commenta Pastorino – in questi due anni di esperienza abbiamo cercato di distinguerci per l’elaborazione politica e abbiamo sempre ragionato sul merito. Non comprendo come qualcuno di Rete a Sinistra possa pensare una cosa diversa. Ci si chiude in un recinto quando non si fa politica ma si fa posizionamento politico” e poi rincara la dose: “Se vedo i volti di queste persone, per quanto rispettabili, sono inadeguati rispetto al governo della città”.
Scettico anche sulle posizioni a livello di politica nazionale: “Auspico che gli esponenti di Articolo 1 abbiano una posizione netta rispetto ai referendum proposti dalla CGIL e al pacchetto Minniti.
Troverei buffo e per certi versi clamoroso che alcuni soggetti che non hanno aderito a Sinistra Italiana oggi ipotizzino di votare la fiducia al Governo Gentiloni. Questo non è fare politica”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.