Terra e roccia con Eternit al Campasso, gli esperti assicurano: “Un telo di tessuto non tessuto e 40 cm di terra per segregare tutto quello che c’è sotto”

Genova – Dopo il nostro articolo di ieri sul un rapporto di prova del 3 maggio 2019, che attesterebbe la presenza di amianto in quantità 4 volte superiore ai limiti di legge nell’area dell’ex Parco Ferroviario  del Campasso, e dopo le segnalazioni di cittadini e comitati preoccupati per le ricadute della demolizione delle pile con esplosivo perché la 11 è destinata a crollare proprio sull’area in questione, abbiamo posto la questione all’incontro stampa di questa mattina, a Palazzo Tursi.

“Si tratta di un campionamento effettuato sui terreni – ci risponde il consulente per il rischio amianto del cantiere, Massimo d’Angelo, il rischio da esposizione si determina nel momento in cui quel fattore di pericolo, cioè l’amianto, si disperde a livello aereo”.

Un rischio che potrebbe avverarsi visto che la pila 11 cadrà sull’area del Campasso.
“Noi, attraverso le misure di mitigazione che sono state predisposte, dobbiamo impedire a quel fattore di pericolo presente nella matrice, di disperdersi. Ecco perché garantiamo delle misure di barriera strutturale, perché sono abbattenti sul rischio di dispersione delle fibre e delle polveri in generale , precisa D’Angelo.

Fino ad oggi, però, era stato detto che  i valori di amianto erano sotto soglia.
“La questione riguarda le fibre aerodisperse, che sono effettivamente assenticontinua D’Angelo – La presenza di pietre contenenti amianto è un fattore naturale in Liguria e non sono fatte di rischio. Diventano fattore di rischio se si scindono dalla matrice e si disperdono a livello aereo”.

A questo punto interviene Raffaele Ippoliti, ingegnere della cordata dei demolitori, a fare una precisazione: “Il valore dei 4.800mg/kg non si riferisce a un terreno presente sul posto ma ad una parte di un edificio di via Porro, la cui parte inferiore aveva un rivestimento in pietra verde“.

Facciamo notare che i documenti a nostra disposizione riportano proprio la specifica “Luogo: ex Parco Ferroviario del Campasso – Genova” e non via Porro, ma Ippoliti risponde che allora si tratta del ballast ferroviario.

Non siamo soddisfatti e chiediamo ancora una precisazione perché sul sito i documenti “area Campasso” e “ballast-terrapieno Vergano” sono diversi e il dato di 4.800mg/kg è su quelli relativi al Campasso.

Ci risponde l’ingegnere di IPE Progetti, Alberto Iacomussi, che ci assicura che l’area è stata messa in sicurezza ancor prima di iniziare a demolire, con un telo di tessuto non tessuto e 40 cm di terra. Una procedura standard per segregare tutto quello che c’è sotto, rispetto alle attività di demolizione“.

st

Documenti scaricabili:

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.