UN ATTACCO AD AFRIN UCCIDE TRE BAMBINI. IN TUTTA LA SIRIA, UNA SCUOLA SU QUATTRO INUTILIZZABILE PER I DANNI DELLA GUERRA
Dolore per la morte di tre bambini dopo l’attentato di ieri, nella città di confine di Afrin, a nord della Siria.
A manifestare sconcerto e inquietudine è l’UNICEF che, con una nota stampa, mette in evidenza che “la violenza si sta intensificando in diverse parti del paese dilaniato dalla guerra” per poi passare al doloroso conteggio degli ultimi morti: “Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto notizie che altri bambini sono stati uccisi nei combattimenti nella provincia siriana di Idlib, nel nord-ovest della Siria, mentre altri tre sono morti a causa di una mina esplosa a Damasco Rurale.
Dall’inizio dell’anno sono stati uccisi più di 140 bambini”.
L’attacco di ieri è avvenuto a meno di 100 metri di distanza da una scuola sostenuta dall’UNICEF causando danni significativi. “Fortunatamente non ci sono stati morti a scuola – prosegue il comunicato – ma i bambini hanno riferito di panico e shock a causa della forte esplosione che ha frantumato le finestre e le porte della scuola.
In tutta la Siria, una scuola su quattro non può più essere utilizzata a causa della guerra. L’anno scorso abbiamo registrato il maggior numero di attacchi alle strutture scolastiche e al personale dall’inizio della guerra nel 2011. I bambini non sono un bersaglio. Le scuole e il personale docente non sono un bersaglio“.
Si calcola, infatti, che circa il 40% degli edifici scolastici siano stati danneggiati o distrutti durante il conflitto e che siano 120 gli attacchi alle scuole documentati solamente nell’anno appena trascorso.
I numeri della tragedia siriana
Il 15 marzo 2019 è iniziato il nono anno di guerra.
Oltre l’83% della popolazione siriana vive oggi al di sotto della soglia di povertà, condizione che induce le famiglie a ricorrere a misure estreme per sopravvivere, come il lavoro minorile, i matrimoni precoci o l’arruolamento.
Solo nel 2018 1.106 bambini sono rimasti uccisi e 748 feriti a seguito di attacchi armati, mentre 806 sono stati reclutati da gruppi armati.
360.000 bambini vivono in aree con accesso impedito alle organizzazioni umanitarie e circa 2,6 milioni di bambini sono sfollati all’interno del paese.
Nei paesi confinanti sono circa 10.000 i minorenni rifugiati privi o separati da familiari adulti, vulnerabili a situazioni di sfruttamento come il lavoro minorile e a causa della mancanza di documentazione legale.
Quasi 20.000 bambini siriani sotto i 5 anni sono affetti da malnutrizione acuta grave (la forma di malnutrizione più pericolosa per la sopravvivenza), mentre nel 2018 la malnutrizione acuta fra le donne in stato di gravidanza o in allattamento è più che raddoppiata.
6,5 milioni di siriani sono in condizioni di insicurezza alimentare, fattore che spinge a far lavorare o mendicare bambini anche di soli 3 anni pur di contribuire al sostentamento della famiglia.
Anni interminabili di guerra hanno drammaticamente ridotto l’accesso ai servizi sociali di base, impedendo a oltre 2 milioni di bambini – più di un terzo di quelli nel paese – di frequentare la scuola ed esponendo altri 1,3 milioni al rischio costante di doverla abbandonare.
Nel 2018 le Nazioni Unite hanno inoltre verificato 142 attacchi contro infrastrutture e personale sanitario, il numero più alto dall’inizio del conflitto. Attualmente, solo metà delle strutture sanitarie è funzionante.
Almeno il 70% delle acque reflue non è trattato e la metà del sistema fognario non è funzionante, il che espone i bambini a seri pericoli per la loro salute.
Le famiglie che vivono in accampamenti o altri rifugi informali in Siria spendono oltre metà del proprio reddito per procurarsi acqua potabile.
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