Genova – “Genova ha delle paure da comunicare, dei bisogni da raccontare e orizzonti in cui sperare”.
È con queste premesse che Paolo Putti presenta alla sala Cap di via Albertazzi la sua lista civica, Chiamami Genova, e si ricandida per le amministrative dell’11 giugno.
Una decisione che si attendeva da tempo e che è arrivata solo ieri: “A ottobre ho detto che non mi sarei ricandidato. Oggi offro la mia disponibilità per cercare di fare il bene di questa città”.
Dopo quella del 2012 con il MoVimento 5 Stelle, Putti è pronto per una nuova avventura ma questa volta, precisa, senza alcun simbolo politico nazionale: “Abbiamo scelto una lista civica, perché non vogliamo avere dietro l’idea che si possano fare interessi anche semplicemente conservativi di qualcos’altro”.
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In uno scenario politico in via di definizione, Putti mette in campo il suo operato di questi cinque anni di Consiglio Comunale e incassa, oltre alla disponibilità della squadra di Effetto Genova, il sostegno di Possibile e Sinistra Italiana che motivano così la decisione di aderire alla lista civica: “È un’esperienza che può far saltare gli equilibri che hanno portato questa città al declino – spiega Gianni Pastorino – Paolo è credibile, non crede nella delega ma nella consapevolezza. Per questo Sinistra Italiana ha deciso di lasciare i propri simboli e partecipare all’elaborazione politica del programma di Chiamami Genova”.
Dello stesso avviso Gianpaolo Malatesta che precisa: “Possibile ha scelto da tempo di contribuire a creare una lista civica per la nostra città e di rinunciare al simbolo perché in questo quadro bisogna provare a far emergere le disponibilità di persone e le passioni, per il bene della città”.
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In assenza di una dichiarazione ufficiale, ci limitiamo a rilevare che le considerazioni sul Quarto Polo di Antonio Bruno, Genova in Comune, suonano alle nostre orecchie come un ultimatum: “Ottime prospettive per la città se si riesce a mettere insieme tutti coloro che lottano contro la povertà e le grandi opere. Tutti coloro che vogliono tutelare i beni, gli spazi, i servizi pubblici. Allora si potrà veramente rompere questo potere che ingessa Genova”.
A questo punto risulta destabilizzante l’affermazione di Malatesta che, invece, non ritiene opportuno che il Quarto Polo si schieri da subito su alcuni temi, ad esempio le partecipate: “Sulle prossime delibere ci sarà un ragionare insieme ma non può esserci un aut aut”.
Un argomento divisivo, dunque, visto che l’appoggio di Genova in Comune alla lista Putti pare si giochi proprio sulla delibera di aggregazione Amiu-Iren Ambiente che farà da spartiacque anche per i lavoratori Amiu: “Sono molti i consiglieri comunali che partecipano a questo Quarto Polo – commentano – e ci aspettiamo che abbiano un’idea unitaria in merito alla terza delibera sulla svendita a Iren”. Poi incalzano sulla necessità di trovare un’alternativa: “Occorrerà costruire una soluzione credibile per il futuro, che preveda di prolungare il contratto di servizio, accedere alle aree di credito, costruire gli impianti e finalmente riaprire Scarpino”.
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Non si può non notare che, tra i tanti tavoli di lavoro tematici messi in piedi per la serata, manca quello sulle partecipate. “I beni comuni sono ben presenti nel nostro programma – assicura Putti – ma questa sera non potevamo esplodere tutti i temi di una città complessa come Genova. È un inizio”.
I dettagli del programma saranno noti intorno all’11, 12 maggio, dopo una serie di incontri pubblici previsti nei Municipi, ma sarà solo “una macro idea di programma, un programma in itinere, in costruzione – rivela Putti – perché vogliamo provare a raccogliere tutte le idee, i bisogni, le paure di Genova e dei genovesi”.
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.