Operazione “Plastic bubbles”: si indaga per falso in bilancio e manipolazione del mercato. Ai domiciliari Marco Astorri, il guru delle bioplastiche
Bologna – È una bufera quella che stamattina si è abbattuta sui vertici della Bio-on, l’azienda bolognese che produce bioplastiche innovative: ai domiciliari il Presidente del CdA Marco Astorri, mentre risultano interdetti dall’esercizio uffici direttivi di persone giuridiche il Vice Presidente del CdA e il Presidente del Collegio Sindacale.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito, su disposizione del G.I.P. del Tribunale, Alberto Ziroldi, un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di tre esponenti di vertice di una nota società per azioni bolognese, operante nel settore della bioplastica e quotata in Borsa nel segmento AIM, ritenuti responsabili dei reati di false comunicazioni sociali (art. 2622 C.C.) e manipolazione del mercato (art. 185 T.U.F.).
E’ stato anche disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per 150 milioni di euro.
L’operazione denominata “PLASTIC BUBBLES”, che vede complessivamente indagate nove persone (fra amministratori, sindaci, direttore finanziario e revisore), nasce dal monitoraggio svolto dalle fiamme gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria dell’andamento delle contrattazioni in Borsa relative ai principali titoli azionari di aziende operanti nell’area bolognese. Tale attività consentiva, lo scorso mese di luglio, di rilevare e segnalare all’autorità Giudiziaria una forte anomalia nell’andamento del titolo a seguito della pubblicazione di un report da parte del fondo americano Quintessential Capital Management (Qcm) che ne metteva in discussione la veridicità dei dati contabili e la solidità finanziaria, tanto da intitolare l’indagine “Una Parmalat a Bologna?”.
Le successive attività di indagine, anche di natura tecnica, delegate dalla Procura di Bologna, nella persona del Procuratore Aggiunto Dott. Francesco Caleca e del Sostituto Procuratore Dott. Michele Martorelli, hanno evidenziato numerose irregolarità in ordine alla formazione dei bilanci e all’informazione societaria riportata al Mercato, con particolare riferimento ai ricavi ed al livello di produzione dichiarati dalla società bolognese.
Inoltre, evidenzia il GIP, “le false informazioni di bilancio sono risultate strettamente funzionali ad accrescere la capitalizzazione”. E ancora, in riferimento all’attività dell’azienda definita “roboante, ammiccante ed ottimisticamente proiettata verso obiettivi sempre più significativi che sottaceva alcuni dati di fondo sviluppati dall’attività di indagine”. Naturalmente con l’intento di rendere più appetibili sul Mercato le azioni della società creando nel mercato ingannevoli aspettative di forte crescita-espansione, influenzando significativamente l’andamento del titolo. Tale condotta ha consentito di raccogliere ingenti risorse finanziarie e generare indebiti vantaggi economici per i soci, anche a seguito della cessione di warrant collegati al titolo.
Guarda il video del fondo Qcm, “Una Parmalat a Bologna?”
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.