Genova – La Polizia Locale del reparto Sicurezza Urbana ha arrestato giovedi pomeriggio un uomo di 46 anni che, approfittando del fatto che una studentessa spezzina, a Genova per partecipare al salone Orientamenti, fosse distratta a guardare le vetrine, le ha sfilato il cellulare dalla tasca. Un compagno di scuola ha visto l’uomo – che indossava una felpa viola e aveva il cappuccio tirato sulla testa – commettere il furto, ma non ha fatto in tempo a fermarlo prima che si dileguasse nei vicoli del centro storico. Gli studenti hanno incontrato la pattuglia della Polizia Locale in Sottoripa, hanno chiesto aiuto e immediatamente gli agenti si sono messi alla ricerca del malvivente. Ne hanno seguito le tracce grazie al programma di geolocalizzazione del cellulare e lo hanno trovato in vico Croce Bianca, alle spalle di via del Campo. Il ladro, poi risultato di origine libanese, ha aggredito uno degli agenti e ne è nata una colluttazione, con lo straniero che tentava di colpire con pugni l’operatore di Polizia Locale. I due sono caduti a terra, ma il ladro non ha mai smesso di tentare di colpire l’agente. Per fortuna sono arrivati i rinforzi: gli altri uomini del reparto Sicurezza Urbana, anche loro sguinzagliati alla ricerca, che sono riusciti ad ammanettare il violento. Il 46enne non ha mai smesso l’atteggiamento aggressivo, né in questura, durante l’identificazione, né in tribunale, dove il giudice stamattina ha convalidato l’arresto deciso dalla polizia locale e ha disposto la custodia cautelare in carcere fino al 4 febbraio 2020, quando è fissato il processo per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il libanese è anche stato denunciato per il furto del cellulare (reato per cui non è scattato l’arresto perché quando gli agenti lo hanno trovato era trascorsa la flagranza) ed è possibile che al momento del giudizio entrambi i reati vengano giudicati insieme.
Il gruppo di studenti ha riconosciuto il borseggiatore e la ragazza derubata ha recuperato da sola il telefono che era caduto a terra durante la colluttazione tra il malvivente e l’agente di polizia locale. Non è stata, invece, ritrovata la scheda sim, di cui il libanese, pregiudicato per resistenza e reati legati allo spaccio di stupefacenti, si era giù disfatto.
La custodia cautelare in carcere è stata decisa anche perché l’uomo era già stato colpito da divieto di dimora nel Comune di Genova (misura che, con tutta evidenza, non ha rispettato) ed è quindi stata tenuta in considerazione la sua pericolosità sociale.
Al termine della direttissima, l’arrestato è stato accompagnato dagli agenti di polizia locale direttamente al Carcere di Marassi.
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