Genova – Macchine sfasciate, muretti e cancelli distrutti, citofoni divelti, brandelli di camion che piovono nel giardino. Sognavano la bellezza della campagna a due passi dal centro ma tutto si è trasformato in un incubo.
Siamo in via Militare di Borzoli, nel tratto di strada che la nuova viabilità AMIU, inaugurata nel 2011, non ha liberato dalla schiavitù dei mezzi pesanti che ogni giorno vanno e vengono da Scarpino. Il cosiddetto secondo lotto, infatti, che avrebbe dovuto escludere definitivamente il passaggio degli autoarticolati, non è mai stato portato a termine per ragioni di risparmio. O almeno così è scritto nelle carte del progetto della viabilità alternativa per la discarica.
“In fase di progetto della viabilità alternativa – scrivono i residenti in una pec inviata a Comune, Polizia Municipale, AMIU, Municipio Medio Ponente -, l’infrastruttura comprendeva un secondo lotto fra le quote 173 e 200 s.l.m. che avrebbe consentito di deviare il passaggio dei mezzi lontano dagli edifici. Questo a ulteriore riprova che la situazione di rischio, esistente da tempo, era già stata rilevata“.
Ma poi non se ne è fatto più nulla e si è deciso di concludere solo i 1.641 metri del primo lotto, lasciando la gente in ostaggio dei camion perché senza la variante si risparmiava il 10%. Ecco cosa c’è nelle carte: “[…] le suddette prescrizioni consentono di preventivare una riduzione della spesa dell’ordine del 10%. […] a questo fine pare necessario valutare di soprassedere alla realizzazione della variante alla strada militare tenuto conto che l’alternativa potrebbe essere l’acquisizione bonaria degli edifici oltre quota 153 s.l.m.”.
Non solo. Con l’apertura della strada nuova è decaduta anche l’ordinanza sindacale che vietava il transito ai camion al di fuori dell’orario di apertura della discarica e così il via vai continua anche di notte, al buio perché manca l’illuminazione pubblica: “Il problema grosso è che AMIU ha affidato i servizi ad aziende che per portare i rifiuti in discarica utilizzano autoarticolati che non sono idonei al transito in una via come questa, con curve a gomito anche in prossimità delle abitazioni – racconta Ylenia, una dei residenti firmatari della lettera di richiesta d’aiuto alle istituzioni -. Siamo in allerta giorno e notte, perché questi camion passando distruggono auto, muretti. Più di una volta mi hanno portato via il video citofono. Mi ritrovo anche pezzi di camion nel giardino“.
Una situazione invivibile aggravata dal fatto che facendo manovra per affrontare le curve, in particolare quella che qui chiamano “la blindata”, gli autoarticolati bloccano l’ingresso e l’uscita dalle case. Racconta ancora Ylenia che le è capitato di restare chiusa nel suo giardino per due ore. Tanto è il tempo che un camionista ha impiegato per cambiare due pneumatici, bucati mentre cercava di fare manovra!
E se a qualcuno servisse un’ambulanza?
Dimenticati dalle istituzioni, i residenti di via Militare di Borzoli non ce la fanno più e chiedono che sia istituito il divieto di transito ai mezzi non idonei al tipo di strada, che sia ripristinata la segnaletica con l’indicazione chiara del limite di velocità – 30 km/h, non rispettati -, che sia installata l’illuminazione.
Insomma, tutto quello che in un paese civile dovrebbe essere normale.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.