Genova – Giovedì 28 novembre, a De Ferrari alle 18, le sardine genovesi scenderanno in piazza per “Sardine di Genova: Anciôe per la solidarietà”, in continuità con la piazza di Bologna e tutte le atre città italiane che hanno accolto il movimento anti-Lega.
“Genova si riunisce in piazza per ribadire un chiaro “no” al dilagare dei discorsi di odio, alla propaganda politica delle falsità, che ci ingabbia in un conflitto perenne, perché priva di risposte concrete alle nostre necessità. Si scende in piazza per riaffermare che l’antifascismo è un valore trasversale alla politica e elemento fondante della nostra democrazia – scrivono le Sardine in una nota stampa -. Questa è la nostra occasione per dimostrare che c’è una maggioranza, decisa a non essere più ostaggio del proprio silenzio, determinata nel farsi sentire e vedere.
Il populismo trova terreno fertile nell’indifferenza e nell’individualismo, e noi oggi scegliamo di controbattere alla sua distorta e brutale narrazione, con decisa pacatezza, con le adeguate parole e la sincera vicinanza per ricostruire un noi, troppo frammentato”.
“Ritrovarsi in piazza – continua la nota delle Sardine- significa dar corpo e voce ad una relazione umana reale, significa condividere uno spazio e dei principi, a cui non vogliamo rinunciare. I diritti sono indivisibili, e le perone ugualmente, senza distinzione di condizione sociale o personale, genere, fede o nazionalità.
Oggi, nell’era in cui le interazioni sono cresciute enormemente, senza lasciare spazio all’incontro reale, scegliamo di compiere un gesto tanto semplice quanto rivoluzionario: ritrovarsi insieme, in tanti, per riempire una piazza, per colmare un vuoto che la politica non ha saputo riempire, anteponendo una misera retorica a dialettica, lungimiranza e razionalità”.
“Questa – concludono – è e sarà la piazza dove giovani, donne, migranti, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, insomma cittadini e cittadine della nostra città, del nostro paese, avranno spazio e parola per lanciare un appello, da rivolgere anzitutto a se stessi, per prendere coscienza di essere parte di una collettività, dove ognuno è chiamato a far la propria parte per non lasciare solo nessuno, per non ritrovarsi da soli, ed essere la giusta risposta, essere l’esempio di buona politica”.
GENOVA NON ABBOCCA – ANCIÔE PER LA SOLIDARIETÀ
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