Genova – Esclusi dalla Zona arancione per una questione di centimetri, ci sono una fetta di abitanti di Certosa e del Campasso che subiscono i disagi del cantiere per il nuovo viadotto Polcevera ma non hanno ricevuto alcun indennizzo.
“Al Campasso – precisa il consigliere del Municipio II Centro Ovest, Mariano Passeri -, oltre al cantiere del Morandi subiamo da 6 anni la servitù dello smarino. Oggi si aggiungono anche i lavori di restyling dell’ex mercato ovoavicolo che, al momento, non prevedono bagnature durante le demolizioni perché non c’è stato l’allaccio a Ireti e le polveri si disperdono”.
Una situazione difficile per chi vive nel quartiere, aggiunge Passeri: “L’amministrazione dovrebbe tenere in considerazione e riconoscere il disagio di questi palazzi che si affacciano sul parco ferroviario – che ospita anche i detriti delle demolizioni del Morandi e degli edifici di via Porro – e attivarsi per riconoscere anche a loro un risarcimento. Abbiamo avuto notizia che una parte di indennizzi non sono stati ritirati e quindi c’è una sacca di denaro che è rimasta in mano alla Struttura Commissariale, sarebbe bene muoversi da questo punto di vista e accelerare il percorso per le famiglie circondate dai cantieri”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.