OPERAZIONE “EYPHEMOS”: DECAPITATO IL LOCALE DI ‘NDRANGHETA DI SANT’EUFEMIA D’ASPROMONTE
Reggio Calabria – “Ogni Mammasantissima che c’è può cercare di aprire il Locale, si porta i sette comuni più vicini e lo apre. Non deve dare conto al primo, al secondo, al terzo… Sono gli accordi della Provincia”.
Nei summit monitorati dagli investigatori nel corso delle indagini che hanno portato all’arresto di 65 persone legate al locale di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte, questa mattina all’alba, gli indagati facevano riferimento alle cariche e ai gradi della ‘ndrangheta, come la “santa”, “camorrista”, “vangelista”, “sgarrista”, “capo locale”, “contabile”, e poi alle cerimonie di affiliazione, alla formazione di un banconuovo, alla creazione di un nuovo locale a Sant’Eufemia d’Aspromonte con l’auspicata legittimazione del Crimine di Polsi e all’indipendenza dagli Alvaro di Sinopoli (RC).
In effetti, nonostante gli Alvaro continuino a controllare Sant’Eufemia, forti dell’essere una grande cosca, i diversi sottogruppi familiari come i “Carni i cani”, “Pajechi”, “Merri”, “Pallunari”, Testazza” o “Cudalunga”, godono di una certa autonomia programmatica e di azione.
Dalle intercettazioni la ‘ndrangheta eufemiese appare antica e moderna al tempo stesso, ancorata a vecchi rituali ma fortemente protesa a radicarsi sempre più nel settore socio-economico e imprenditoriale, anche attraverso un’oculata attività di infiltrazione negli apparati amministrativi, istituzionali e politici.
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