Londra – I ricercatori britannici lanciano una sperimentazione per comprendere se i cani siano in grado di capire attraverso il fiuto se gli umani hanno il Covid-19, prima che le persone mostrino i sintomi.
Il dipartimento sanitario britannico ha fatto sapere che gli esperti di controllo delle malattie stanno indagando se i cani, addestrati per fiutare determinati tumori e la malaria, possano essere utilizzati come “misura di allarme precoce non invasiva” per identificare il Coronavirus. I ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine e Durham University stanno collaborando con l’ente benefico Medical Detection Dogs.
Il governo di Londra finanzierà il progetto con 500mila sterline.
I sei cani, tra cui Labrador e Cocker Spaniels, hanno iniziato l’addestramento di base per il processo. Nella fase iniziale, i ricercatori hanno in programma di raccogliere campioni di odori sia dalle persone infette dal virus, sia da quelle che non lo sono. Il dipartimento della salute ha spiegato che i cani saranno sottoposti a un addestramento completo usando i campioni e saranno effettivamente utilizzati solo se ci sarà sostegno di forti prove scientifiche.
MA COSA DICE L’AIRC SUL FATTO CHE I CANI POSSANO DIAGNOSTICARE I TUMORI NEGLI ESSERI UMANI?
L’idea che i cani, grazie al loro potente olfatto, siano in grado di individuare la presenza di tumori negli esseri umani è comparsa per la prima volta nella letteratura scientifica nel 1989, quando la rivista The Lancet ha pubblicato la segnalazione di due dermatologi britannici che raccontavano di una paziente il cui cane aveva cominciato a sniffare, per diverse ore al giorno, un neo che la donna aveva sulla coscia. Preoccupata, la paziente si era fatta controllare scoprendo così di avere un melanoma maligno.
A questa prima pubblicazione ne sono seguite altre che hanno risvegliato la curiosità dei ricercatori. È noto infatti che il metabolismo dei tessuti tumorali è diverso da quello dei tessuti sani e che alcune sostanze prodotte dalle cellule sono molecole volatili odorose che possono essere intercettate dal sistema olfattivo degli animali con una certa precisione. Il naso degli animali, e di certe razze di cani in particolare, è fornito infatti di un gran numero di recettori olfattivi specializzati (circa 220 milioni di recettori contro i 5 milioni di un naso umano).
In generale, i cani spesso imparano a distinguere i campioni provenienti dai malati da quelli di soggetti sani, ma con un’accuratezza modesta.
Perché i test con i cani possano davvero diventare diagnostici, è necessario che questi diano risultati altrettanto o più affidabili dei test attualmente disponibili e ugualmente o meno costosi. Al momento queste condizioni non sussistono.
Dato l’elevato numero di aneddoti riportati, tuttavia, può essere ragionevole sottoporsi a un controllo medico se il proprio cane comincia a manifestare un’attenzione ossessiva verso una parte del nostro corpo alla quale prima non faceva caso.
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