Contact Tracing: gli studenti di Medicina chiamati (gratis) in soccorso di A.Li.Sa.

La denuncia di Pastorino (Linea Condivisa): “Raggiunti nuovi livelli di assurdità, A.Li.Sa. aumenta i costi ma il servizio resta inefficiente”

Genova – Il tracciamento dei contatti, cioè quel processo di identificazione delle persone che potrebbero essere venute a contatto con un caso confermato di Covid-19, è di vitale importanza in ogni fase dell’emergenza sanitaria perché permette di individuare e isolare rapidamente gli eventuali casi secondari e interrompere così la catena di trasmissione.
Eppure pare che in Liguria non stia funzionando a dovere. La critica arriva da Gianni Pastorino, capogruppo in Regione per Linea Condivisa, che precisa come i genovesi  “da oltre due mesi segnalano importanti ritardi nel tracciamento”.
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Secondo Pastorino, a fronte di un servizio poco sollecito, sarebbero invece “aumentati sensibilmente i contratti stipulati a medici e assistenti sanitari, che avrebbero dovuto essere coordinati dai dipartimenti di igiene e invece sono lasciati allo sbando, disorganizzati”.
In parole povere: in Liguria il sistema non sta funzionando eppure sono aumentati i costi di assunzione di personale.

“Ma il fallimento di questa operazione ha recentemente raggiunto nuovi livelli di follia”, continua Pastorino che poi spiega: “UniGe, andando in soccorso di A.Li.Sa., propone agli studenti del quinto e sesto anno di medicina di aggiungersi alle decine di operatori che svolgono Contact Tracing per ASL3. Con un computer e una connessione proprie, dal proprio domicilio, a titolo completamente gratuito. Come se si trattasse di una sorta di tirocionio, per cui gli studenti e le studentesse non possono avere pretese economiche”.

E così mentre A.Li.Sa., col denaro dei contribuenti, assume del personale che non riesce a colmare le lacune del sistema, gli studenti sono chiamati a fare da tappabuchi lavorando gratis. È la sanità, bellezza.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.