È sempre l’emergenza Covid a tenere banco sui media e nelle sedi istituzionali che decideranno quali saranno le misure più efficaci da adottare per salvaguardare la salute delle comunità. E uno degli organi più titolati a dare consigli è l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), chemette nero su bianco le sue previsioni in vista delle festività natalizie.
Per l’ECDC bisogna mantenere il rigore
In caso di mantenimento delle attuali misure restrittive, più della metà degli stati membri dell’Ue «vedrà ridursi di oltre il 50% il numero giornaliero di casi confermati e si avrà una conseguente riduzione della domanda ospedaliera e dei decessi associati». In caso contrario, se i «Paesi che hanno implementato nuove misure di risposta» alla pandemia ad ottobre e novembre dovessero revocarle il 21 dicembre, consentendo in questo modo alle persone di incontrarsi di nuovo senza restrizioni, verrebbe registrato un «successivo aumento dei ricoveri ospedalieri per Covid-19» già a partire dalla prima settimana di gennaio 2021. Se invece le misure venissero revocate il 7 dicembre, «l’aumento dei ricoveri potrebbe iniziare prima del 24 dicembre».
Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, dunque, continuare con le politiche già adottate comporterebbe un calo del tasso giornaliero di casi come confermato da più di due terzi degli Stati membri, mentre un ritorno alle misure del primo aprile 2020, quindi molto rigorose, comporterebbe un deciso calo dell’incidenza del virus in tutti i Paesi europei.
E in Italia?
Il premier Giuseppe Conte, ospite da La 7 nella trasmissione “Otto e mezzo”, ha chiaramente indicato la strada del Governo. Non allentare la presa e quindi non cambiare direzione di marcia, almeno in maniera generalizzata. «Il periodo natalizio richiede misure ad hoc. Si rischia altrimenti di ripetere quanto fatto a Ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte le occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile». Per certo il periodo natalizio è quello che favorisce maggiormente gli spostamenti tra le regioni ma Conte ha spiegato che se da una parte il Governo sta lavorando per permettere gli spostamenti, dall’altra se «continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse». Ciò non toglie che «non possiamo concederci vacanze sulla neve in maniera indiscriminata». Tutto ciò che ruota attorno a questo tipo di vacanze «è incontrollabile e con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo».
Dilatare l’orario dei negozi
E se questo sarà un Natale atipico, in quanto l’intento del Governo è quello di «ridurre le occasioni di socialità», verrà comunque consentita «la tradizione a noi molto cara dei doni. In questo senso, ha chiarito il Premier, è controproducente limitare gli orari dei negozi. Cercheremo di dilatare l’apertura dei negozi fino a orari che ci permettano di evitare gli assembramenti». E per quanto riguarda un altro tema molto sentito dalla popolazione, ovvero le scuole, l’intento del Governo è quello di aprirle prima di Natale.
E sull’apertura delle scuole prima delle festività natalizie non si capisce la ratio. Sarebbe probabilmente meglio continuare con la didattica a distanza fino a gennaio, e poi riaprire le lezioni in presenza, a meno che il Governo non abbia previsto una terza ondata per l’anno nuovo.
Vaccino non obbligatorio ma raccomandato
Il Premier Conte ha parlato anche del vaccino anti-Covid, che conferma dovrebbe arrivare già da fine gennaio: «Non c’è un orientamento per l’obbligo del vaccino, ma lo raccomandiamo. L’obbligo è una scelta forte. Io lo farò senz’altro perché quando sarà ammesso sarà sicuro e testato. Sarà disponibile prima per le categorie vulnerabili ed esposte».
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