Che cos’è un luogo comune?
Nella società contemporanea, basata sulla velocità, è un contenuto preconfezionato che consente interazioni verbali e scambi di codici di significato di poca importanza. All’interno di una strategia di comunicazione, un luogo comune può diffondersi e stabilizzarsi tanto da assumere la forza di un dato di fatto. Perché concentrarsi sull’uso del “luogo comune” come farò su una rubrica nel blog www.fivedabliu.it degli amici Fabio Palli e Simona Tarzia? Per la necessità che sento di allontanarmi dal “rumore tossico” di un linguaggio, quello contemporaneo che come un mostro lovecraftiano con i suoi tentacoli, vanifica ogni tentativo di penetrare un significato, di elaborarlo, costringendoci ad un’afasia senza fine. Il riferimento della pagina intitolata “Dizionario (aggiornato) dei luoghi comuni” è quello del geniale ideatore di questo genere di analisi. Gustave Flaubert attraverso il romanzo, colse l’inautenticità della vita che passava sottotraccia all’epoca in cui viveva, ancorata a fasulli ideali romantici, ma nello stesso tempo guastata da una quotidianità nevrotica e piccolo borghese, consacrata alle apparenze sociali e ancor più saldamente al benessere economico.
Nell’epoca in cui viviamo molte parole non hanno più il senso che potevano avere 20 o 30 anni fa, si pensi solo all’armamentario lessicale della politica o dell’economia. Le iperconnessioni digitali hanno sbaragliato moltissime architetture formali dei linguaggi del ‘900 insieme alle idee che ne costituivano le fondamenta e il vuoto pneumatico creato da questo svuotamento si è riempito di “Luoghi comuni”. La complessità del mondo in assenza di efficaci codici interpretativi si definisce con dei “luoghi comuni” che diventano torrenziali e abnormi quanto più le parole che sino a qualche tempo fa usavamo per descrivere il mondo sono diventate inutili. E’ un’epoca questa che avrebbe bisogno di ironia e straniamento, invece va dritta verso l’afasia linguistica, il “non senso” applicato diffondendo come un’epidemia, ipocrisia, inadeguatezza e incomprensione. Uscire fuori da questa melassa è difficile, sembra quasi impossibile, ma è il passo iniziale per cominciare a creare un nuovo mondo di significati perché quelli che avevamo sono perduti per sempre.
Giovanni Giaccone
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