34 persone in carcere e 6 ai domiciliari per un totale di 42 misure cautelari emesse.
2 funzionari interdetti dai pubblici uffici.
40 milioni di euro sequestrati tra beni mobili, immobili e depositi bancari intestati a 21 società.
Sono i numeri dell’operazione Alchemia che il 19 luglio 2016 – data simbolica, rivalsa della memoria che ci trasporta indietro, a un’altra estate e al tritolo di via D’Amelio – ha portato alla decapitazione delle cosche dei “Gullace-Raso-Albanese” e dei “Parrello-Gagliostro”, squarciando il velo delle infiltrazioni ‘ndranghetiste nel Nord Italia.
In attesa dell’inizio dei processi – il 25 settembre parte l’abbreviato a Reggio Calabria mentre il 3 ottobre, a Palmi, l’ordinario – vi offriamo uno spaccato di quella mafia imprenditrice che, occultata l’anima da lupara, si fa capitalismo.
Simona Tarzia
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(QUI l’aggiornamento sulle condanne e le assoluzioni del rito abbreviato)
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.