La fungibilità, ovvero il criterio di licenziamento di Ericsson

Genova – “In azienda si vive nell’ansia del domani, qualcuno non riesce a nascondere la propria preoccupazione, altri scherzano per esorcizzare il peggio”.
Così si legge sul sito web di RSU Roma Ericsson.
Già, perché la grande multinazionale non perde il vizio e, dopo i tagli al personale dello scorso luglio, invia altre 67 lettere di licenziamento, quattro qui a Genova.
“La chiave dei licenziamenti – si legge ancora sul sito –  sembra essere la fungibilità,  che per i criteri aziendali va da -6 a 45, e che, nel corso del tempo, ha reso non fungibili al processo produttivo Ericsson i non graditi alla corte”. 

Parole dure, che si scontrano con l’inerzia della pubblica amministrazione: “Noi chiediamo all’Assessore Berrino e alla Regione Liguria il rispetto dell’impegno che hanno preso a luglio, cioè quello di riconvocare il tavolo istituzionale con il Comune di Genova e Confindustria che servirà non solo a trovare un ricollocamento a chi è stato licenziato ma che dovrà appurare se Ericsson ha un piano industriale su Genova, perché non l’ha mai detto“.
A parlare è Massimo Della Giovanna, rappresentante dell’RSU aziendale, che precisa: “Le nostre amministrazioni locali hanno sempre detto che questo deve essere il polo tecnologico della città, il polo delle competenze sulle quali si punta per lo sviluppo della città. Qua c’è un’azienda che sembra essere in distonia con questo progetto. La nostra speranza è che le  istituzioni si facciano carico di non disperdere queste competenze che loro stesse definiscono elevate”.

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“Questa è la quattordicesima procedura di licenziamento collettivo aperta da Ericsson – spiega Paolo Mura, licenziato lo scorso luglio dopo 30 anni di lavoro – ma questa volta non c’è stato accordo sindacale né ci sono stati incentivi”.

Ci auguriamo che si possano davvero predisporre i bandi dedicati alla formazione e all’autoimprenditoria, come comunicato ai rappresentanti dei lavoratori dall’assessore Berrino durante l’incontro delle dodici in Regione, e che lo sblocco annunciato dei 13 milioni di euro di residui della cassa integrazione per la Liguria non resti una notizia “in via ufficiosa”…

Simona Tarzia
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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.

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