Roma – Le operazioni di Polizia per il contrasto al traffico di stupefacenti dall’Africa sono sempre più frequenti e i numeri relativi alle tonnellate di sostanze sequestrate in netto rialzo.
Le circa 668 tonnellate di hashish sequestrate dalle forze di polizia in ambito UE nel 2018 di cui 437 tonnellate solo in Spagna, provenienti per la quasi totalità dal Marocco, sono significative di quanto le organizzazioni marocchine si siano evolute.
Attraverso il Marocco transita l’eroina dei nigeriani
Ma il Marocco non è solo un produttore di di cannabis. Costituisce anche una zona di transito per l’eroina che i nigeriani trasportano vero l’Europa. Nelle città del nord, Tangeri, Tetouan, Al Hoceima, prospera il mercato della cocaina con produzione annuale di centinaia di tonnellate di sostanza stupefacente. La cocaina transita attraverso Agadir, spesso nascosta in pescherecci spagnoli. Le città di Melilla e Ceuta sono vere e proprie cassaforti dei trafficanti visto che le autorità spagnole hanno un controllo blando sui movimenti degli istituti bancari locali.
Sta di fatto che le organizzazioni criminali marocchine si sono andate radicando sul territorio europeo gestendo l’intera filiera del narcotraffico, dall’ acquisto dello stupefacente nelle zone di produzione del Rif, al trasporto e alla distribuzione all’ingrosso e al minuto.
In Italia, i marocchini rappresentano il maggior numero degli stranieri denunciati per droga a livello nazionale. Sul totale degli stranieri arrestati, i marocchini rappresentano quasi il 20%, record destinato a consolidarsai nel tempo.
I rapporti con le mafie italiane
Ma c’è di più. Nel settembre del 2019, nel contesto della operazione antidroga “Carthago” (ne abbiamo scritto QUI con l’arresto per narcotraffico di 36 persone, principalmente marocchini, si è anche scoperto che questa organizzazione aveva legami con la “Nuova camorra organizzata” e con la “Quarta mafia foggiana”.
Appena un mese dopo, nell’ottobre 2019, un’operazione antidroga condotta in provincia di Pistoia consentiva l’arresto di due marocchini e tre calabresi, collegati con il “locale di Cinquefrondi”, tutti impiegati nella produzione, lavorazione di grossi quantitativi di marijuana. Furono infatti individuate 7 serre con 11mila piante di cannabis. Nel corso del 2020, ma sono i dati sono in via di composizione, i sequestri di hashish e marijuana sono destinati a infrangere tutti i record.
Fiumi di droga per il mercato della Capitale
È in questo quadro generale che si inquadra l’operazione della Finanza di Roma che oggi ha arrestato 14 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.
La banda crimonale importava hashish dal Marocco tramite la Spagna con lo scopo di rifornire le piazze di spaccio della Capitale. A capo dell’organizzazione c’erano due calabresi, Fortunato Ieraci e Danilo Piccolo (coaudiuvato da Fabio Farinelli per la logistica) che tramite Antonio Romeo, broker del narcotraffico con la Spagna, acquistavano stupefacente proveniente dal Marocco.
I carichi illeciti giungevano in Italia occultati tra pallet di verdura trasportati da autoarticolati ,presso le sedi di due società romane operanti nel settore degli autotrasporti e del commercio di materiali edili, i cui titolari. Gennaro Umbro e Massimo Chiodi mettevano a disposizione, spazi e attrezzature per le operazioni di scarico. Durante le investigazioni sono stati arrestati in flagranza 3 persone e sequestrati quasi kg. 400 di hashish, oltre kg. 120 di marijuana e circa kg. 3 di cocaina.
fp
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